Enio e le storie vere

 

L'amore per Maradona di qualche abitante che va oltre ogni barriera. È la prima immagine che attira la mia curiosità di questa mattina, 15 gennaio, appena uscito dalla struttura dove ho alloggiato la notte scorsa. Sara' una mattina caratterizzata da profili originali che cattureranno la mia attenzione nelle prime ore. 

Cammino verso il centro storico che è oggetto di restauri importanti post sisma. Isola del Gran Sasso, un isola tra due fiumi, i resti del castello visibili nella sola torre dell'orologio, altri palazzi antichi interessanti, loggiati, due chiese con portali particolari e un caratteristico loggiato in ghisa riservato al mercato del pesce(!) che meriterebbe maggiore cura e valore. 

Proprio in fronte a questa struttura ho incontrato un personaggio noto nel paese. Qualche momento prima ero transitato davanti ad un market di frutta e verdura già adocchiato la sera prima. I colori dei vegetali per me sono sempre una attrazione. Enio per tutti, Eugenio all'anagrafe. Un omone gentile e paziente che serve con attenzione le clienti affezionate. Entro mentre una signora ultraottantenne gli tiene testa negli acquisti. " ...dammi le bietole ma taglia i gambi che mi riempiono il bidone, la volta scorsa mi hai portato una finocchiella, io vorrei il finocchio...belli i clementini ma li voglio piccoli perché quelli grandi sembrano vuoti...". L'esperienza, la saggezza di chi ne ha viste attraverso i capelli diventati grigi. Enio mi guarda e sorride sotto la mascherina. Colgo l'occasione per far notare il valore di quello scambio di battute, di relazione che può ancora esistere nei negozi di paese, difficile accada altrettanto quando pesi da solo le verdure sulla bilancia del supermercato...


Enio mi serve alcune piccole mele e aggiunge di suo banana e clemetini. Mi rimprovera di non avere portato da Pisa un pezzo di "cecina". Mi racconta la sua breve esperienza di soldato di leva nei paracadutisti a Pisa. Rammenta l'ambiente un poco violento, non posso contraddirlo, anche per esperienza diretta. Poi vedo esposte le carrube e domando. Noi le davamo in pasto agli asini. Maria, puntuale, mi rammenta che nelle novelle di Verga i padroni si arrabbiavano quando i poveri contadini  le mangiavano sottraendole agli animali. Enio me ne regala tre per assaggio. Buone, gusto a metà tra datteri e cioccolata. Lo saluto e proseguo per la parte antica. In una strada vedo un abitante che spinge un auto guidata da una signora. Mi affianco e con lo zaino in spalla diamo la spinta decisiva. Giro per il borgo vecchio e immortalo dettagli ma il bello arriva, appunto, davanti alla scala del mercato ittico. Un anziano con zainetto, abiti sportivi e telefono per ascoltare la musica mi ferma. Vuol sapere che faccio con il mio zainone. Racconto e lui, appena sente l'accento toscano, mi apostrofa con "...maledetti toscani...". Ma vorrebbe andare oltre, si cruccia perché non ricorda l'autore. Gli suggerisco e allora parte a raccontare la sua intensa vita. Uno spettacolo di persona. Ragioniere e distributore di case editrici, poi edicolante e infine gestore di negozio articoli sportivi. In mezzo due titoli di campione italiano di fondo, corre fino a cinquanta anni. Mi mostra il suo negozio pieno di articoli da montagna ma inagibile per il Sisma 2017. Mi accompagna al bar e mi offre un caffè, ne offre ad altri coetanei amici suoi che transitano. Si racconta senza timori e con grande sensibilità.  La memoria inizia ad inceppare. Usciamo dal bar e ha dimenticato di pagare ma capisco che lo conoscono bene...fantastico Mattioli!

Riparto. A Isola c'è la sezione Cai che ha fatto cento anni. Da quando sono in  cammino non ho mai trovato un paese con un tale numero di cartelli per la sentierjstica, sembra di stare in Alto Adige. Anche il Sentiero Italia,  variante bassa orientale è segnato. Il percorso in costante salita si sviluppa lungo una ippovia su fondo argilloso...Sotto la neve, pane si diceva una volta riferito ai campi ma sulle strade di campagna diventa fango...Oggi gli scarponi pesavano doppio ma il paesaggio faceva dimenticare ogni disagio. Arrivo a Castelli, centro di eccellenza al mondo per la produzione di preziose maioliche. Le strade del piccolo borgo mostrano ancora una moltitudine di laboratori, c'è pure un museo e un Istituto d'arte. Un piccolo borgo che dalle sue iscrizioni lapidee affisse sulle belle case antiche ci racconta di nomi illustri prestati alla scienza, alla politica e all'arte. Tutto molto importante per il suo sviluppo passato ma cenere per gli amministratori recenti. Due terremoti nel 2009 e 2016/7 hanno danneggiato pesantemente edifici ed economie, il resto lo ha fatto l'indifferenza della politica. Le lamentele sono trasversali e a scoprire la bellezza di questo borgo e il suo valore passato c'è da capirli. 

Cerco una sistemazione in paese ma è tutto chiuso. La casa parrocchiale si potrà usare tra qualche giorno. Tutti però si impegnano per trovare soluzione. Il parroco Don Franco suggerisce l'aiuto del Cai locale. I suoi referenti, ad una mia richiesta, si attivano con prontezza e alle 18 in compagnia dell'instancabile signora Maria sono al rifugio dedicato a Enrico Faiani. Una struttura nuova a qualche chilometro da Castelli. 

Un ambiente confortevole e organizzato nei dettagli che mi riporta subito alla memoria gli efficienti ostelli del Cammino di Sant Olaf in Danimarca. Da questa struttura transita il sentiero Italia Cai che riprenderò domani per tornare intorno al Gran Sasso sul versante di Campo Imperatore. Per questa sera al caldo e con la cornice spettacolare delle montagne e del cielo stellato ringrazio di cuore il Cai Castelli e mi auguro che ci possa essere anche  un recupero del suo suggestivo borgo. 




Commenti

  1. Caro Nino, mi sembra di sentirti rilassato e soddisfatto perché oltre la bellezza di quei luoghi e di quei monti trovi modo di incontrare persone e situazioni che a te piacciono tanto e che sai descrivere splendidamente. In queste ultime tappe il tuo è più un romanzo che il racconto di un cammino. Viene da chiedersi: ma li incontri tutti te? È che un pò incuriosci con il tuo zaino e un pò sai "provocare" (in senso buono) quelli che incontri.
    Chissà che libro scriverai!!!
    Sono anche contento che tu ultimamente stai trovando sistemazioni e rifugi un pò più comodi e .... caldi.
    Un abbraccio. Mario

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  2. Ciao Nino! Sempre un piacere leggere il resoconto delle tue giornate, cariche di vita. Questa volta però devo farti una critica....
    Dì ad Enio, che la torta di ceci la doveva (e la dovrà) mangiare a Livorno, in un bel 5 e 5, non a Pisa....😂
    Un forte abbraccio.
    Daniele

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