Prati di Tivo



" ...e dopo i Prati di Tivo dove prosegue...?". La domanda del gentile Roberto questa mattina durante la colazione. In inverno, dopo sette ore di cammino in quaranta, a volte cinquanta centimetri di neve fresca, direi che i Prati di Tivo sarebbero una meta ragionevole per impegno e soddisfazione. Saluto Roberto, ex dipendente della regione Abruzzo e attento gestore del suo accogliente B&b dove mi ha ospitato, a Intermesoli. Cielo sereno e buona temperatura fanno immaginare una giornata speciale. Risalgo le vie del borgo e seguo la vecchia mulattiera per Pietracamela. Mi fanno compagnia, e sarà così per quasi tutta la giornata, le impronte degli ungulati. L'amica Lisa mi dà il buongiorno con una frase di Jules Verne "tutto era gelato, anche il rumore". 

Ecco la neve non era affatto gelata, era fantastica, leggera, polverosa, impalpabile tanto da risalire sentieri e muretti senza uso di ciaspole o ramponi. Era talmente leggera che un capriolo mi ha attraversato il sentiero fuggendo senza fare il minimo rumore. Arrivo a Pietracamela. Se aveste già sfatto il Presepe 2021 potreste continuare ad immaginarlo attraverso le visuali di questo caratteristico borgo suddiviso in due nuclei abitati. Quello più antico arricchito di un Presepe diffuso, diverse le case recuperate ma anche tante puntellate a seguito del sisma del 2009(!) e successivi. Il benvenuto lo da uno striscione in dialetto. Una parlata talmente particolare che non li capiscono neppure gli abitanti dei borghi vicini. Il Petrarese è frutto della storia e delle numerose etnie che sembra si fossero rifugiate su questa costa rocciosa per sfuggire a persecuzioni o debiti con la giustizia. 

Dedico alla visita del borgo un tempo adeguato e riprendo il cammino alle 12. Ho con me due nuove mappe, una al 50.000 e una al 25.000. Il terreno indica la strada, la segnaletica la confusione. Sul tracciato suggestivo che, seguendo il corso del Rio Arno, porta alle sue sorgenti incontro anche il primo cippo con pannello didattico dedicato alla memoria di uno dei due famosi alpinisti abruzzesi morti nel febbraio 1929. Più in avanti dovrei trovare anche il secondo ma mi confermano dopo che è mal segnalato. Il tempo scorre e la neve aumenta di livello. Trovo un sentiero segnato cai con indicazione artigianale per Prati di Tivo. Decido di seguirlo anche se consapevole che non sta su nessuna delle due mappe(!). Sale deciso fin sotto alcune rocce dove c'è una presa dell'acquedotto. Dalle impronte si capisce che i tetti creati dalle rocce sono riparo notturno per ungulati. L'orologio gira e penso che nella peggiore delle ipotesi il bivacco nel posto dei caprioli potrebbe essere una esperienza interessante e comunque valida. Avanzo ancora nella neve soffice. La pausa pranzo è rimandata in altro momento. Utile, invece, viene l'assunzione di sali minerali che sciolgo in bocca con aggiunta di acqua, l'inverso di ciò che è normalmente indicato. Urge risparmiare tempo e avanzare. Ritrovo più in alto l'intersezione con la pista che avevo considerato itinerario ideale e che neppure era segnalata alla partenza. Sono sul crinale all'ora che il sole comincia a tingere le montagne. Uno spettacolo per un finale speciale. 

Inizio la discesa verso i Prati di Tivo. Un ambiente fiabesco. Residenze estive con le imposte chiuse, idem per qualche grande albergo. Ad una prima occhiata mi sembra di stare in un contesto adatto alle Dacie russe. La vista spazia per cercare il B&b dove soggiornero' questa sera. Vado per esclusione e cerco gli edifici con il camino fumante. Un bell'edificio con le finestre rosse circondato da un boschetto e da pascoli. Interni accoglienti come la signora Maura, grande camminatrice, che condivide la necessità di fare manutenzione alla sentieristica e regolamentare la presenza dei cani pastore che hanno già creato disagi e danni ai turisti.  Scopriamo di avere una amicizia in comune, la signora Rita di Nerito che grande parte ha avuto nel mio precedente soggiorno. La fama di chi fa del bene corre di bocca in bocca.

Sono le 17.15 quando mi presento davanti alla struttura, i Prati di Tivo in invernale erano una meta ragionevole per una giornata speciale. Domani mi gioco il gettone per la variante bassa che mi porterà a Castelli e, in seguito, sul versante occidentale del Gran Sasso, a Campo Imperatore, aggirando passi e selle a rischio valanghe. 

Commenti

  1. Certo Nino è davvero un cammino fantastico. Alla partenza non avevo dubbi pensando alle zone che attraversi ma guardando le foto è ancora più fantastico di ogni immaginazione.
    Stai alla larga però dalle zone pericolose per le valanghe.
    Mi sembra di capire che fisicamente stai proprio bene o mi sbaglio?
    Un grande saluto e un grande abbraccio. Mario

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  2. Ciao, Nino, la domanda di Roberto mi sembra lecita, proseguire verso il Duca degli Abruzzi? Meglio rimanere bassi, come hai detto Te, non bisogna rischiare. Da come dici la segnaletica lascia a desiderare, ma con la Tua esperienza risolvi sempre. Le foto che hai postato sono veramente belle, i paesaggi incantano.

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  3. Prossima tappa, Castelli, a quanto ricordo paese dedito alla lavorazione della Ceramica, situato alle ai piedi del monte Camicia. Buon cammino. Andrea.

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