Tutta un'altra storia

 


Il telefono con la carica ridotta e la volontà di non avere batterie supplementari mi hanno spinto ieri a raccontare con poche righe i due giorni di cammino appena terminati. In realtà ci sarebbe stato molto altro da descrivere, specie per il soggiorno a Ponte Buggianese e forse avreste concluso che , a parte i 60 km nei primi due giorni, questo cammino sembrava una pacchia...

È bastato alzarsi ai 500 ma di quota e tutto è cambiato, molto di quanto avevo previsto si è  già avverato. Ero dovuto tornare ad osservare le mappe nei giorni precedenti la partenza perché era chiara la complessità dell'area e dello stato dei sentieri. Non era stato semplice  alla fine, delineare il percorso da seguire e sentivo che un margine di variabilità dell itinerario sarebbe stato indispensabile. Questa mattina, dopo una lunghissima notte iniziata con il buio delle 18, ho smontato il campo e sono andato fino all'inizio del paese nella speranza  che il circolo fosse aperto. Tutto chiuso ancora ma, il mancato caffè bollente ha lasciato spazio ad una veduta del borgo e della pieve che non avrei goduto... Ripreso il cammino ho avuto il piacere e l'impegno di misurarmi con sentieristiche abbandonate o mal segnalate che hanno favorito l'uso attento di mappe e lettura del terreno. In diversi altri momenti è stato anche necessario fare avanti e indietro su alcuni tracciati interrotti da alberi caduti o da piene di corsi d'acqua. Complessivamente un tipo di attività  interessante e divertente ma anche dispendiosa, comunque fondamentale per saggiare e rinfrescare le proprie capacità di movimento nell'ambiente naturale. Per alcuni tratti l'alternativa possibile è stata percorrere chilometri di asfalto a traffico quasi zero e che, comunque,  mi ha permesso di visitare alcuni borghi che i vecchi sentieri dismessi trascuravano per una comprensibile logica utilitaristica di itinerari legati alla mobilità lavorativa del passato. Ciò che invece non hanno favorito alternative sono state le tante chiusure di strutture ricettive di vario genere e delle poche rivendite di alimentari. Così il sapore della magra colazione è diventato lo stesso di quello del "pranzo": gallette, datteri e the. Insomma è difficile con questa dieta  immaginare di fare oltre venti chilometri al giorno e sorreggendo per oltre otto ore i ventuno chili di zaino. Difficile pensare di continuare così e farsi trovare freschi di energie alle prime nevicate. Ormai l'esperienza mi insegna che sei ore effettive di cammino siano la dimensione giusta perché ogni giorno ci si svegli motivati a rimettersi in marcia e che l'entusiasmo e la voglia di conoscere siano uguali per il primo come per l'ultimo giorno di viaggio.

Queste condizioni ancor meglio si realizzano quando non si vuol essere integralisti del cammino(...) ma lasciar fluire e accettare quanto si prospetta nelle diverse situazioni. Ovvero aperti a soluzioni che danno valore al viaggio che non è fatto di soli passi, paesaggi da cartolina e accoglienze. Infatti una ultima deviazione sul percorso immaginato e con l'ultimo raggio di sole, questo tardo pomeriggio,  mi ha portato in una suggestiva  località,  Macchia Antonini, per sperare di trovare la struttura segnalata aperta per la cena. Nulla. Chiuso. Ripreso il cammino è sopraggiunta un auto e il guidatore,  più o meno coetaneo, si è offerto per un aiuto. Gli ultimi due chilometri per Prunetta li ho fatti in sua compagnia. Pennello, nome d'arte, rappresentante di bevande stava rientrando dal giro. Un personaggio funambolico e senza peli sulla lingua come si addice ad uno schietto toscano  che ha dato il meglio di sé appena entrati nell'unica osteria aperta di Prunetta. In confidenza con l'anziana proprietaria e sua cliente ha raccontato ai presenti le sue vicissitudini amorose. Il tema ha alimentato il confronto tra gli altri avventori abituali che,  viste le loro fortune, hanno convenuto fosse meglio parlar di funghi che di donne.  Con madre e figlia dietro il bancone a tener botta alla conversazione colorita pareva di stare in una scena dei film dei comici toscani più famosi. Con quell'atmosfera  è  stato assai arduo dedicarsi alla lettura che ho infatti interrotto dopo poco. Arrivata la cena casalinga da consumare è venuto poi il tempo di riprendere il cammino per gli ultimi quattro chilometri e raggiungere Prataccio e un affittacamere del luogo. Camminare nel buio e sotto il cielo stellato ha regalato l' ascolto di animali che si muovevano nei tappeti di foglie secche ai margini della strada. Altre discrete presenze oltre ai caprioli incontrati al tramonto. Domani, meteo permettendo,  arriverò a Pracchia e inizierà il viaggio sul Sentiero Italia. Un avvicinamento che ha richiesto diversi giorni in più e un discreto impegno oltre a saggiare alcune variabili che il viaggiare d'inverno prevedeva. Sarebbe stato più semplice ma riduttivo salire direttamente in treno a Pracchia... Ma Prunetta,  Prataccio, Pracchia, Femminamorta mi rammentato ricordi di vacanze montane d'infanzia come fiumi, canali e paludi quelli di eventi più recenti. Questa prima parte di viaggio poteva essere e volevo che fosse così, quasi a coprire interamente questa esistenza. Lo stemma nella foto è  quasi un preludio di ciò che sta accadendo e un segno augurale murato sulla facciata di una casa colonica incontrata durante la prima tappa. Quasi mi aspettasse...

Commenti

  1. Fantastica descrizione della giornata, ti immagino alle prese con le difficoltà del percorso, che però sai affrontare con giudizio ed in base alla tua notevole esperienza, buona vita e buon cammino.

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  2. Ciao Nino, sto leggendo con piacere le tue descrizioni giornaliere, e in (piccola) parte mi rivedo con Orsa nelle piccole tappe che che in passato mi hai dato l'opportunità di fare con te.
    Ti invidio!!
    Siamo più si sette miliardi nel mondo, ma tu sei uno dei pochi che é riuscito a dare un senso compiuto alla propria esistenza!
    Daniele

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  3. Ciao caro Daniele. Grazie mille per la tua stima. Sono sicuro che quelle piccole esperienze comuni unite al vostro prezioso lavoro educativo e formativo quotidiano saranno un buon sostegno al bel Cammino che Orsa sta facendo. Questa può essere la vera soddisfazione di entrambi e stimolo a condividere quanto ognuno sta facendo. A presto su altri sentieri. Un abbraccio a tutti. N

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