Accoglienze


Tre giorni di silenzio, poca connessione per aggiornare il resoconto quotidiano. Non meno, però, i contenuti acquisiti e, specialmente, in un ambito, quello del viaggio in territori antropizzati, che diventano valore primario dell'esperienza. I passi appenninici incrociano le strade e le storie di cammina e di chi viaggia con i mezzi.  Così,  unendo utile e dilettevole di momenti familiari, scopriamo una sistemazione per la notte a poca distanza dal Passo del Giogo dove l'indomani riprenderò il viaggio. Sobrietà nella struttura e negli ambienti ma anche nella gentile signora Angela, la proprietaria, che ci ha regalato un ospitalità autentica e discreta. Al sabato 4 il cammino riprende, cielo coperto e pioggia imminente. All'inizio del sentiero di crinale si stacca un itinerario recuperato per mostrare la Linea Gotica e i siti collegati. Un vecchio pannello ormai coperto di muffa verde e illeggibile vorrebbe raccontare gli eventi tragici che si sono realizzati in Mugello nella Seconda Guerra. In fronte altri pannelli ideati da una associazione che si dedica al tema; la grafica sarebbe buona ma pecca l'installazione che, forse, è conseguenza di scarsi fondi o di tentativi di non rimanere imbrigliata nella burocrazia...Un problema ed un difetto che ho riscontrato affligga tante regioni,  non tutte. Progetti interessanti ma che mancano di adeguati supporti didattici o, quando ci sono, vengono lasciati andare in malora. Ciò che non ci racconta la didattica lo fanno in diretta le persone incontrate in questi tre giorni di cammino. Il Mugello ha segni pesanti legati alla grande guerra; tante famiglie, in modo diretto o indiretto, hanno pagato il loro tributo nell'evento bellico. Perdite importanti o, paradosso, quelli che erano i dormitori dei campi di concentramento diventavano gli alloggi di un nuovo futuro segnato da una fine già scritta, quella dei minatori italiani in Belgio. 

Proseguo sui miei passi. Oggi ho scelto di giocarmi un altro gettone " con licenza di perdersi ". Ne ho parecchi nello zaino, hanno il loro peso ma anche discreto valore. Voglio dare ricordo e attenzione al progetto originario del Sentiero Italia di Carnovalini e C. Loro finivano le tappe nei paesi, tra le comunità  e così  è quanto cerco anche io. Andare dal Passo del Giogo a quello di Casaglia senza visitare la Badia di Moscheta o senza  percorrere il sentiero sopra il Rio Rovigo sarebbe imperdonabile. Potreste dire il classico"...l'ho fatta..." cioè una collezione di sentieri rinunciando a certe esperienze? No!

Per raggiungere Moscheta attraverso castagneti e campi di felci bruciate dal freddo e dalla neve. Arrivo ad Osteto, piccolo borgo ben restaurato. Qui un' altra perla nelle accoglienze. In passate occasioni avevo trovato chiuso, oggi no. La vecchia insegna in metallo della rivendita di sali e tabacchi mi incuriosisce, la deformazione professionale mi invita alla visita per scoprirne gli arredi. La macchina del caffè è ancora spenta e mi si chiede di attendere dieci minuti. Nel caminetto il fuoco manda zampilli, i vecchi tavoli scuri fanno atmosfera e Duccio gioca le sue carte da bravo oste. Mi domanda del viaggio, scambiamo impressioni sul territorio. Mi racconta della Santina, storica proprietaria, un personaggio fuori dalle righe sostiene lui. Ci sono interviste all'anziana signora su you tube, le cercherò. Dalla cucina, intanto, arriva buon odore di minestrone che la cuoca mescola con energia. Duccio vorrebbe offrirmi dei tortelli mugellani, la tentazione sarebbe grande ma dopo sarebbe dura ripartire. Mi suggerisce una meta che avevo in mente, una conferma. Arrivo a Moscheta, sempre di grande suggestione. I cavalli del centro di equitazione che pascolano, il torrente vicino e la grande struttura vallombrosiana con la sua forte presenza. Un attimo di sosta e una preghiera per un amico che se ne sta andando. Riprendo la marcia sul bordo della Gola dell'infernaccio, splendido orrido dove scorre il Rio Rovigo. Sentiero infido reso ancora di più dalla pioggia fine che sta scendendo. Arrivo al Mulinaccio ed effettuo il guado per risalire sul versante opposto. Diversi tornanti sul selciato mi portano sotto le prime case quando batte la campana delle 14.30. Sono a Casette di Tiara, un pugno di case sopra una cruna di roccia e boschi di castagno tenuti come giardini. Sul retro della chiesa, grande per quel piccolo abitato, due pietre con scritte in greco antico, mi si dice. Faccio un giro del borgo. Imposte chiuse e due auto parcheggiate. Tre ragazze con il loro cane passano il fine settimana nella casa delle vacanze. Qualche scambio faticoso e nulla più... un camminatore solitario con una montagna di zaino in una giornata come quella può indurre reazioni contrastanti. L'altro abitante, Corrado fiorentino che mi dirà essere architetto, è più disponibile. Lo incontro che sale da un campetto con il suo piccolo cane. È incuriosito dalla mia presenza e rimane sorpreso dalle mie spiegazioni. Ho deciso che per quel giorno il mio viaggio si ferma qui. Avrei ancora molte ore per raggiungere un bivacco aperto ma che è sempre un incognita e la pioggia ha preso a cadere con maggiore intensità.  Trovo una sistemazione dietro la chiesa,  un posto dove mettere la tenda al riparo. Poi risalgo per comunicare a Rodolfo le mie intenzioni e lui mi invita ad usare la sua cantina. Una migliore prospettiva unita alla possibilità di raccogliere una storia e altre notizie su questo luogo di confine dove vivono ancora due anziani e dove si parla un dialetto particolare, il "Casettino" e limitato a questo piccolissimo, sembrerebbe, antico enclave bizantino.

L'architetto è  molto ospitale e il confronto potrebbe spaziare e andare ad oltranza. Mi porta anche pane e salame di ottima stagionatura. Al mattino lascio due parole scritte e riparto quando ancora il borgo sonnecchia. È domenica e mi aspetta una lunga marcia su una splendida mulattiera fino a Casaglia. Sale sempre con la stessa pendenza, larga per i muli di un tempo passato e scavata nell'arenaria. La pioggia leggera si alterna alla grandine. Sul cammino incontro anche Davide e figlio, i primi due camminatori che trovo dopo due settimane di viaggio...Non molti amano abbracciare l'inverno ne tantomeno il piovoso novembre.

Arrivo a Casaglia, piccolo borgo da cui si staglia il campanile. Due ragazzini giocano a calcio nella piazza principale e tre anziani si affannano intorno al motore di un auto. Impegni domenicali di un borgo appenninico che vuol resistere. L'atmosfera di chi non vuol mollare si respira nel piccolo circolo Aics che è anche un poco emporio. Cinzia che lo gestisce con la sorella Cristina si impegna con un'altra  giovane del luogo per la preparazione di una piccola mostra di prodotti del territorio.  Acquisto viveri e un caffè.  Racconto del viaggio e chiedo notizie del "rifugio" di paese indicato come posto tappa Gea. Il senso di ospitalità di queste donne traspare in ogni gesto ed è  alimento per il cammino ancora lungo. Qui, a differenza di Pracchia, il posto Gea è ancora funzionante ma mi avvertono che è al freddo. Poco male, meglio che in tenda. Cinzia mi accompagna e mi regala delle mele. Mi racconta della crisi che ha colpito il borgo e di quanto la sua associazione C.O.S.T.E.S. si impegni per mantenere in vita il rifugio, ricavato nella ex scuola elementare dismessa, e il circolo. Vive a Firenze ma il suo legame nativo e altre motivazioni familiari la richiamano su ogni fine settimana. La scuola è abbastanza fredda ma le coperte di un tempo, il sacco in piuma e i  ricordi della giornata permettono di superare una notte abbastanza rigida che si prepara per una sorpresa del mattino seguente. La giornata è finita, un gettone davvero ben speso.



Commenti

  1. Quante belle interessanti e positive esperienze stai facendo caro Nino. È un piacere leggere i tuoi resoconti. Mi risvegliano anche ricordi di mie positive esperienze.
    Con lo zaino come va? Cerca di non prendere troppo freddo. Proprio oggi ho letto una citazione del cardinale Newmann e ho pensato a te: "Guidami oltre, Luce gentile, nell'oscurità che mi circonda, guidami oltre! La notte è buia e io sono lontano da casa. Guidami oltre! Tienimi in piedi! Non chiedo di vedere la scena distante. Un passo mi è sufficiente."
    Domani sarei andato, come ogni anno, al rifugio Del Freo x la messa x i caduti della montagna ma il CAI ha annullato tutto x il maltempo. Forse sarà x sabato.
    Un abbraccio e come sempre BUON CAMMINO. Mario

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  2. Grazie Mario. Lo zaino va bene. In alcune giornate non mi accorgo del peso. Spero che possiate avere conferma della celebrazione al Rifugio Del Freo. Sappiamo quanto sia sempre un momento importante. Un abbraccio. N

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