Il Sergente


Questa mattina è iniziata, o meglio continuata,  con la pioggia e la nebbia densa lasciata ieri sera. Otto ore filate di pioggia,ieri, e anche l'equipaggiamento aveva alzato bandiera bianca. Era necessario far asciugare. Nei prossimi giorni il meteo non promette nulla di stabile e le temperature sembra scenderanno portando neve. Quando si è in viaggio e specie in cammino sembra un sacrificio fermarsi, accettare l'attesa ma, a volte, si può,  si deve. Oggi, cinque ore di cammino sotto la pioggia battente calcando crinali immersi nel nulla non avrebbe avuto molto valore . L' attesa, invece, sarebbe potuta diventare meditazione e arricchirsi di altri contenuti. Insomma, al risveglio c'erano molte motivazioni per scegliere di fermarsi per un giorno. In quel mondo diviso a metà tra trucioli e mappe, pur non facendosi travolgere da fattori esterni e lontani, c'è  stato molto da sbrigare e anche ...da leggere. In ogni viaggio mi tengono compagnia un paio di libri e, spesso, mi rendo conto che fanno molti chilometri con me senza prendere aria o quasi. La località dove mi trovo, negli anni "50 , aveva preso il nome della struttura per la quale era divenuta famosa. Il Sergente. Ufficiale che aveva fatto la seconda guerra in Africa e che, al ritorno, aveva messo in piedi campeggio e albergo in questo luogo a due passi da Monte di Fo', poco sotto il Passo della Futa. Territori attraversati dall'ormai famosa "Via degli Dei" una classica dei viaggi a piedi tra Bologna e Firenze. Una qualche analogia con un'altra Via omologa che sta più a Sud, sulla costiera amalfitana. Una  situazione simile  vissuta lo scorso anno accompagnando un gruppo  su quel percorso dove la storia di un generale nativo di Agerola, sui Monti Lattari, mi aveva offerto l'occasione per soggiornare in un singolare ostello e campeggio annesso  realizzati da qualche suo erede dopo la seconda guerra. 

Se volete scoprire qualcosa di più sulla storia singolare di questo uomo,  militare ma anche illuminato e innamorato della terra di origine,  capace di piegare un popolo come non è invece riuscito il contingente interforze in Afghanistan in questi anni cercate di Paolo Avitabile...

 Tornando a questo viaggio che si avvia lentamente verso l'inverno con le quasi due settimane trascorse ci sarebbero sufficienti elementi per fare riflessioni sulle accoglienze, sul percorso e le possibili varianti. Già proprio le varianti e in questo contesto definite in modo ironico "Licenza di perdersi"mi confermano la bontà della soluzione immaginata e realizzata. 

Scendere nei borghi fa "perdere" quota ma si "guadagna" ( nella mentalità occidentale tutto si misura in questi termini...) in relazioni e socialità. 

Visto che salire e scendere sono termini e valori importanti del cammino vi invito alla lettura che ho consumato per intero in questa giornata. Un titolo ed un autore non scelti a caso. Una storia che vi dara' spunti per riflettere. "Senza mai arrivare in cima" Paolo Cognetti. Non rimarrete delusi come non lo sono stato ieri.

 Ieri mattina ho privilegiato la scelta di un piccolo negozio di alimentari anziché del fornitissimo supermercato. Ciò ha favorito l'interruzione di un battibecco tra i due anziani gestori, ha redistribuito le economie e ha strappato un sorriso al malandato gestore che ha esordito con un colorito c...o! quando ha saputo quanto avevo da camminare. Visto il vicino bar chiuso, mi ha consigliato il Circolo in fronte agli uffici comunali, circolo Arci Stella Rossa. Nell' avviarmi mi sono chiesto con un pò di pudore se era il caso di entrare per chiedere un caffè americano che, di solito, preferisco. Sono entrato e ho avuto conferma, la giovane barista non sapeva proprio cosa fosse e mi ha chiesto lumi...Ben diversa la situazione dal bar della sera prima, quello in versione Zelig. La barista, avvolta in finta pelliccia nera e cappello della stessa creazione, capi utili a sopportare il freddo del locale ( a mia domanda pertinente il cappello rispondeva..."un son mia ome te che ti sei scaldato con tutti uei chilometri e quel po po di zaino!..) alla richiesta del caffè americano mi aveva riempito un bicchiere alto in vetro, ovvero era diventata bevanda corroborante. Lei si che sapeva porta' il cappello.

Comunque, il circolo, tempo di qualche minuto si era riempito di umanita' : abitanti giovani, anziani e stranieri ben integrati ( la condizione era palpabile) che si informavano a vicenda e facevano gara a pagarsi il caffè.  In bacheca Peppone e Don Camillo sembravano lontano ricordo e una pagina ritagliata dal quotidiano ricordava di un evento organizzato dal circolo per andare in aiuto alle finanze del parroco.

Consumato il caffè esco dal circolo e mi affianca un auto marrone, si abbassa il finestrino e un uomo si presenta come il gestore della struttura dove avevo soggiornato e padre di Iacopo. Mi squadra attentamente e domanda se serve aiuto, se mi deve portare al Passo della Futa. Ringrazio ma declino l'invito.  Mi osserva di nuovo, anche lo zaino, e ripete la domanda con le ciglia sollevate " mah' sei siuro davvero?". Sorrido, saluto e riparto. 

Nella terra modellata dall'uomo,  camminare abbracciando l'inverno, trova  valore aģgiunto in chi oggi ce la presenta in questa veste. 

Commenti

  1. Caro Nino, sai descrivere molto bene le situazioni che trovi. Oggi leggo che ti sei fermato un giorno x asciugare abiti ecc. Speriamo che il tempo migliori un pò nei prossimi giorni.
    Oggi mi è arrivata Toscana Oggi e ho letto l'articolo sui primi giorni del tuo cammino come sempre molto bello, resoconto che avevo già letto nelle tue riflessioni giornaliere. Buon cammino. Mario
    P.S. ma le ricevi le mie risposte? Come sai non sono molto bravo col cellulare.

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    1. Ciao Mario, ricevo e rispondo. Grazie per la quotidiana attenzione. Se mi raggiungi in Romagna ti presento una compagnia con i fiocchi. Nino

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    2. Dimmi quando stai x arrivarci e vediamo: non si sa mai!!

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  2. Ciao Nino, come sempre fai un bel resoconto del Tuo cammino, è una bella cosa incontrare giovani come Iacopo, che portano avanti certe tradizioni. La fermata al campeggio il sergente mi sembra una buona scelta, sperando nei prossimi giorni che il tempo sia migliore. Buon proseguimento. Domenica dovresti essere verso il passo della Calla?
    Ciao Andrea.

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    1. Ciao Andrea, domenica prevedo di essere a Casaglia e non al Passo. In queste tappe Magellano prediligo l'idea originaria del percorso del 1995 che dava visibilità alle comunità piuttosto che ai crinali che in questi tempi sono deserti. Anche le varianti del progetto Va' Sentiero valorizzano le componenti etnografiche e sociali. Poi vedremo come saranno le precipitazioni nevose nel fine settimana. Potrebbero indirizzarmi ad una metà più vicina in bivacco saluti N

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