La magia del bivacco

 


Lunedì 6 inizia un'altra settimana di cammino. Mi affaccio dal portone della scuola e vedo il paesaggio imbiancato. Da poco è iniziata una bufera di neve che riduce anche la visibilità.  Me ne torno nel sacco a pensare il da farsi. La tappa sarebbe lunga, la meta San Godenzo, ma con queste premesse... Preparo la colazione, lo zaino e seguo le procedure per svuotare l'impianto idrico causa gelate. Passo dal circolo a rendere le chiavi e Cristina mi offre la colazione. Mi metto in cammino, incontro un'anziana che manifesta il suo disappunto per la neve che avrà sopportato per una vita. Seguo i segni del sentiero che corrono sulla provinciale quasi deserta. È un momento particolare. In alcune aree a pascolo la neve non ha ancora coperto a sufficienza e il verde vivo si alterna a prati seminnevati che hanno assunto un tono verde salvia, il cielo ci mette la sua pennellata di colore dalle mille sfumature grigie.  Il risultato di questa tavolozza sono immagini che invitano a scattare. I pochi automobilisti mi osservano increduli...con quel tempaccio un camminatore che si ferma a far foto! Proseguo per crearmi, nonostante il meteo, la variante giornaliera al Sentiero Italia. Arrivo a Crespino sul Lamone e,  chiudendo il capitolo Mugello, scopro un altro avvenimento che allunga il filo rosso sul tema bellico. Sulla riva del fiume, in sostituzione della croce originaria è stato costruito un ossario per commemorare i settanta abitanti uccisi dai fascisti.  Supero il fiume mentre continua a nevicare e mi arrampico su un'infinita e impegnativa salita verso il crinale. Non quello del sentiero 00 dove si allunga il Sentiero Italia, almeno nella prima parte, ma un altro parallelo e più basso. Poi viene il tempo per il percorso ufficiale e anche per il bel tempo.  Il sole scalda come la macchina fotografica di fronte a paesaggi e riflessi. Sono le 16.30 di una giornata infinita dove, in stato di grazia, ho camminato su un terreno impegnativo per sette ore continuate.  Tante le tracce incontrate ma nessun animale all'orizzonte. Il sole inizia a tramontare e mi trovo in un suggestivo bivacco dei cacciatori. Esterno in lamiera e interno in legno con stufa, legna asciutta e brande in metallo. Il primo impegno è mettere in funzione la stufa e poi la cena. Il fornello ad alcool fa il suo dovere a prescindere dalla temperatura. La notte scorre, non si può  dire che si dorma.  Si sta al coperto, si presidia il "Forte" perché il freddo favorisce la diuresi e ogni tre ore si esce per il turno di ronda...Questa mattina, martedì 7 dicembre, il lato superiore del saccopelo è freddo come il ghiaccio e nella borraccia c'erano ..i ghiaccioli. In compenso la stufa ha fatto il suo dovere e gli indumenti asciutti, come di consueto, erano stati riposti nel saccopelo per mantenerne la temperatura e contribuire a ridurre il vuoto nello stesso. Intorno al rifugio c'è un incrocio di orme di lupo che fa immaginare le numerose visite notturne. Dopo I rituali di ogni mattino anche oggi ho ripreso il cammino che attraverso faggete infinite e tracce incerte e mal tenute mi ha ripagato della ennesima lunga camminata. L'incontro con cinque caprioli e un maschio di cervo che mi ha attraversato il sentiero mentre il sole già basso disegnava suggestivi riflessi nell'abetaia rifugio degli ungulati.  L' arrivo a San Godenzo, caratteristico borgo concentrato intorno alla sua antica abbazia benedettina,  mi ha fatto vivere i primi segni del Natale che si avvicina. Le strade addobbate con i decori luminosi e la musica diffusa. L'ultimo atto prima della cena, una visita all'interno dell'Abbazia, alle reliquie del santo custodite nell'antica cripta e un breve scambio con il suo giovane parroco, Don Filippo. Domani si entra nel vivo del Parco Foreste Casentinesi, meteo permettendo e con un nuovo gettone da spendere.




Commenti

  1. Caro Nino,
    veramente una grande avventura. Ti seguo quasi giorno per giorno e cerco di immaginare i bivacchi, gli incontri, i cambiamenti del tempo, le lunghe notti frequentate da presenze animali discrete. Sono un compagno immaginario: ben poco, lo so, ma di genuino sentimento!
    Intervengo ora e non so farne a meno sapendo che entrerai presto nel Parco delle Foreste Casentinesi, perché esattamente due mesi fa ci sono stato per un’uscita di istruzione per forestali. Ho conosciuto solo la sua parte sudorientale, però, quella di Camaldoli e del Passo della Calla: opposta, quindi, a quella del tuo ingresso, che mi è ancora sconosciuta.
    Se ai primi di ottobre in quelle faggete di crinale fummo sorpresi e spiazzati da una pioggia gelida e dal vento severo d’Appennino, non oso immaginare cosa puoi trovare ora. Ma chissà, quali variabili riserva il tempo lassù.
    Se passerai per Camaldoli, all’eremo ti aspetta una bella sorpresa, che ti lascerò scoprire.
    Buon cammino.

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  2. Ciao Piera! ...detta così devo andare di sicuro all'Eremo! A presto. Un abbraccio. N

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  3. Nino, ogni volta mi sorprendi. Mi viene da dirti: non esagerare a mettere alla prova il tuo fisico. Certe condizioni sono proprio estreme. Comunque ti ammiro e ti penso ogni momento del giorno. Anche Paola pensa spesso a te.
    Quello che vedi e che incontri ti rimarranno dentro x tutta la vita: è per te un'esperienza affascinante. Figurati, lo è un pò anche x me che sono qua al caldo!!!!
    Un abbraccio e come sempre BUON CAMMINO. Mario

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