Stati di grazia

 


Chi si dedica alla coltivazione della terra e all'allevamento, oggi, sembra lo faccia con una consapevolezza diversa di se stesso e del rapporto con questo mondo rurale. Ieri sera ho conosciuto Iacopo, figlio del gestore del B&b che mi ha ospitato. Giovane e amante del suo lavoro, il contadino, anche se l'esperienza maturata come macellaio gli garantirebbe orario stabile e stipendio sicuro. Ma lui, figlio di agricoltori, preferisce allevare pecore, capre, asini e animali da cortile. Iacopo, gestendo il suo tempo con attenzione, trova, infatti, il tempo per lo svago con gli  amici e per le trasferte fuori regione per sciare. Se lo incontrassi per strada non penseresti che si rompa la schiena chino sulla terra da lavorare ...

Questa mattina avrei voluto far visita alla sua azienda ma sarei dovuto salire abbastanza di quota e il maltempo previsto oltre i chilometri per arrivare al Passo della Futa mi hanno fatto desistere.  Parto da Mercatale alle 7,30 e attraverso la parte vecchia del paese che mostra ancora i vecchi edifici dove si lavoravano i tessuti. Tutte le località distribuite lungo il Bisenzio rappresentavano un polo ben organizzato e operoso nel mondo del tessile. Proprio in virtù di queste caratteristiche economiche e sociali e sulla base delle fortune di cui ha goduto il vicino  itinerario pedestre definito "La via degli Dei", i comuni lungo il Bisenzio compresi tra Prato e Bologna hanno deciso, pochi anni fa, di promuovere i loro territori con un progetto di grande valore e fascino. La via della Lana e della Seta. Le grandi opere idrauliche che regolavano i flussi d'acqua utili agli opifici di Bologna e Casalecchio sul Reno e di Prato sul Bisenzio oltre a personaggi illuminati che faranno la storia e la fortuna di queste due città attraverso la produzione e commercializzazione dei filati, sono gli elementi portanti del filo rosso che definisce il viaggio a piedi da Prato a Bologna. Particolare,  in questo contesto, la suggestione, sotto vari aspetti, di Francesco di Marco Datini, detto Il Mercante di Prato. Imprenditore e mecenate di cui merita scoprirne la storia sia visitando il palazzo omonimo e i suoi contributi nell'economia del suo tempo attraverso la visita del caratteristico museo del tessuto a Prato.

Proprio da Vernio riprendo il cammino seguendo i segnavia del percorso menzionato.  Lo avevo percorso quattro anni fa quando era ancora in fase di completamento, ci torno oggi che è un itinerario consolidato anche se nella prima parte presenta un poco di confusione nella segnaletica apposta. Il percorso sale con decisione, già pioviggina come le previsioni avevano annunciato. C'è aria pesante e si fatica a respirare. Nei boschi intorno si sta svolgendo una battuta al cinghiale anche se non ho trovato segnaletica di avvertimento. I cani corrono a destra e sinistra abbaiando al fiuto della preda. Un esemplare di cervo adulto che si trova in mezzo prendere a correre a mezzacosta, poi inverte la direzione e guadagna quota per sfuggire alla vista dei cani che lo superano affacendati in altro. Il percorso mi permette di attraversare alcune borgate e la Rocca di Vernio oltre  deviare per la Futa senza scendere a Badia di Montepiano. La salita continua decisa ma la pioggia ora più costante anche se leggera mi bagna la testa lasciata libera dal cappuccio e mi da energia. Sento che oggi le gambe girano a dovere e il peso dello zaino è ben sopportabile. Copro distanze e dislivelli senza sforzo, la temperatura che è scesa e la pioggia che non molla mi invitano a proseguire senza sosta per non raffreddarmi.  L'ambiente è  estremamente affascinante. Tratti selvaggi si alternano a boschi di conifere dove l'oscurità marcata crea atmosfera come anche le nebbie che avvolgono le faggete. Uno scoiattolo temerario attraversa il sentiero al mio passaggio. Arrivo al Passo della Futa con otto ore ininterrotte di marcia e con la sola abbondante colazione come sostegno. Il cimitero dei tedeschi caduti in guerra e' nella nebbia completa. Ancora tre chilometri lungo strada per arrivare a Monte di Fo' dove passerò la notte . Potrei davvero dire di aver vissuto la giornata e camminato in "Stato di grazia" come recitava una riflessione di Walter Bonatti in una foto di un post precedente

Commenti

  1. Ciao Nino.
    I tuoi commenti sono sempre appassionanti. Sul Datini di Prato ci ho dato l'esame di Storia economica all'Università. Sono contento che tu dorma due notti in un letto dopo tanta tenda.
    Ti seguo e ti penso costantemente: sii prudente, non strafare. Il cammino è lungo.
    Oggi ho letto un salmo che ti si addice: "Il Signore è il mio pastore, su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce; dietro lui mi sento sicuro e anche se andassi per valle oscura non temerei alcun male perché il suo vincastro mi da sicurezza".
    Buon cammino x domani. Mario

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  2. Caro Mario, per fortuna che ieri mi sentivo in buona condizione perché il percorso che seguiva per intero il crinale non aveva nessun punto di appoggio eccetto il bar alla Futa che era chiuso. Grazie per il salmo che era davvero appropriato. Un abbraccio. N

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