L' Abruzzo

 

Prendere le distanze per avere una visuale diversa,  migliore, magari, completa. Nella vita come nella fotografia.  Spesso accade di avanzare verso una situazione o un soggetto e di ostinarsi a cercarne una migliore inquadratura senza uscirne soddisfatti. Poi andiamo oltre, gli diamo le spalle e se ci voltiamo indietro ecco che arriva ciò che cerchiamo. Questa mattina il cielo era ancora coperto ma aveva cessato di nevicare e il vento si era calmato. Tutto era nelle giuste condizioni per ripartire. Un caloroso saluto e una foto ricordo con Mino, consapevoli del bell'incontro e del confronto realizzato. Scendo verso il lago e lo percorro lungo la costa che mi porta al Ponte delle Stecche e, voltandomi, fisso l'immagine suggestiva del borgo di Mascioni raccolto sul pendio digradante verso le rive. Attraverso il ponte e noto una colonia di uccelli dal piumaggio nerastro che stanno immobili sulle acque in una formazione a V. Della stessa specie ne osservo anche altri sulle rive in altri punti del bacino che è anche Riserva Naturale .

Continuo a camminare a bordo strada costeggiando il lago. Un anziano con l'auto ( finalmente, senza mascherina!) mi chiede se voglio un passaggio. Declino l'invito e proseguo in direzione Campotosto. Al bar Serena mi fermo per un caffè e racconto del viaggio ai presenti. Lascio la strada e inizio a salire il bosco innevato. Manto soffice e vergine che non richiede l'uso delle ciaspole. Una lunga traversata nella valle del Rio Fucino fino alle prime frazioni di Nerito e poi al borgo sede comunale. Venti chilometri circa di cammino appagante con l' incontro di numerose impronte di lupi e di cervi. Siamo nel pieno del Parco Gran Sasso e Monti della Laga. 

Le cime più vicine e interessanti che guardano il versante di Nerito oggi si mostrano timidamente coperte da un cappello di nubi quando nel primo pomeriggio il cielo  inizia a schiarire.  Ciò che, invece, non è ancora chiaro quando  raggiungo il paese,  è se dovrò montare la tenda o troverò di meglio.

 Ciò di cui sono sicuro è che oggi non vorrei dormire in una struttura. La mulattiera dalla località Paladini mi ha condotto alle case più in alto di Nerito. Scendo verso la chiesa e il centro. Il paese sembra deserto e dei bar indicati su Google neppure l'ombra. La temperatura scende e a breve inizierà ad imbrunire.  Incontro un anziano a cui chiedo del bar. Mi dice che hanno chiuso ma c'è un alimentari e mi accompagna. Domando anche di un affittacamere anche se già conosco le risposte dei due alberghi presenti, entrambi chiusi. Compone il numero di un gestore privato ma al momento è chiuso pure lui. Saluto e ringrazio per l'impegno. Vado al negozio di alimentari. La signora Rita gentilissima, oltre servirmi i generi necessari, telefona per la camera ma la stessa persona di prima nega di nuovo la disponibilità. Chiedo se possono trovare una stanza anche fredda, un garage come in passato o una tettoia per metter la tenda. Inizia un giro di telefonate di Rita e un tecnico Enel li presente, Egson, kosovaro.  Si mobilitano altri per reperire una stanza nell'asilo o in parrocchia, chiamano anche il Sindaco, ma senza risultato. Alla fine Rita, instancabile e determinata a non farmi dormire fuori gioca il jolly, il signor Gino. Arriva dopo poco, è  lo stesso gentile signore conosciuto per strada. Spiego meglio le necessità e del mio viaggio. Mi accompagna in una seconda casa libera, quella della sorella.  La casa è senza riscaldamento ma meno fredda della tenda. Una stufetta elettrica, il saccopelo e una minestra bollente preparata con il mio fornello da campo chiudono la giornata come volevo e ho trovato. Anzi la vera e bella chiusura me la regala in privato il signor Gino con la sua toccante testimonianza di vita. Fin dalle prime battute il suo accento mi aveva incuriosito, diverso dai locali. Trent'anni passati come tecnico postale a Sondrio avevano lasciato il segno. Al pensionamento il ritorno al paese natale dove contribuire alla vita della comunità nel modo più evidente e riconosciuto da tutti. Grazie Gino, grazie Nerito. 



Commenti

  1. In bocca al lupo, complimenti per questa tua impresa! Egzon

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    1. Grazie Egzon. È stato un grande piacere conoscerti. Buona vita!! Nino

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  2. Ecco Nino la Provvidenza di cui parlo io. Quando tutte le possibilità sembrano svanire, ecco la soluzione.
    Naturalmente anche tu ci metti del tuo perché nulla accade se non ci impegnamo.
    Penso al freddo, Nino, perché credo che per te sia il nemico più grande e insidioso. Ho sentito che dovrebbe venire un anticiclone e quindi bel tempo. Me lo auguro di cuore per te. Buon cammino. È proprio il caso di dire tra quei monti: ultreya y suseya. Un abbraccio. Mario

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