L'alba...
Appena il tempo di scendere dalla mia auto ed entrare nel Rifugio a Forca di Presta che mi avrebbe ospitato per quei due giorni e fui accolto con alcuni spari di rivoltella. Chiesi spiegazioni al gestore e mi rispose con tranquillità che erano regolamenti di conti sulla definizione dei confini tra pastori. Era l'aprile del 1987, qualche ora dopo sarei salito sulla cima del M. Vettore superando residue lingue di neve. Probabile che certe dinamiche oggi siano cambiate ma, anche se non è più il mondo rurale di trentacinque anni fa, è sempre emozionante affacciarsi sui Piani di Castelluccio, viverci un breve soggiorno, ascoltare le persone del luogo e immaginare la rotazione dei colori, delle attività, delle stagioni in un contesto unico al mondo. Giovedì 5 gennaio ho deciso di starci in mezzo con la testa e le gambe, volevo attraversare il Pian Grande e il Pian Piccolo come i pastori per salire, poi, verso il Rifugio Le Cese e proseguire fino ad Accumoli. Una giornata esaltante che nelle prime ore mi ha ricordato i grandi altipiani dell'Islanda e quelli peruviani scoperti anni prima. Anche per un cane pastore abruzzese e' stato un inizio di giornata interessante. Appena uscito dall' agriturismo che mi ospitava l' ho trovato intento a consumare una colazione "all'inglese"...; aveva aperto i sacchi di immondizia che uscivano dai cassonetti e aveva sparso il contenuto, aiutato dal vento, su tutta la piazzetta dove erano i negozi provvisori. Il cagnolone che in altro contesto avrebbe fatto la voce grossa imponendo il suo ruolo, ad una mia occhiata, sapendo la malefatte, ha abbassato orecchie e sguardo. Ho proseguito scendendo nella piana, superando i terreni coltivati con le famose lenticchie, i grandi pascoli, i pantani e numerose sorgenti che sono convogliate in lunghi e caratteristici abbeveratoi in cemento.
Tante vasche lunghe e strette collocate una a seguire l'altra che sgorgano acqua freschissima. Ho provato, come nei giorni precedenti, ad immaginare quante bocche di mucche o pecore potessero dissetare e quale marea di questi mammiferi potesse popolare questi territori in tempi di transumanza. Uno spettacolo, sicuramente! Una risalita breve tra i boschi mi ha portato, dopo, al Rifugio Le Cese distrutto dal terremoto e affiancato da nuovi moduli in legno per ospitare gli escursionisti. Erano il luogo e l'ora giusta per il pranzo. La stessa idea era stata per quattro simpatiche ragazze della provincia di Ancona con cui avrei, poco dopo condiviso il cammino fino a Forca Canapine. Un'area compresa tra queste due località conosciuta e frequentata in ogni mese dell'anno grazie anche agli impianti di risalita per lo sci alpino ma dove ora tutto è danneggiato e da ricostruire. Nel tragitto ho ascoltato le ragazze marchigiane che sono coetanee di mia figlia, ancora in mezzo al guado tra gli studi da completare e le attività lavorative con cui si stanno misurando e con il mondo che le aspetta. Mi chiedevano del viaggio, raccontavo della lunga esperienza islandese e di quella attuale. Cercavo di far capire loro che l'ansia della perdita del posto di lavoro tipica italiana doveva e poteva essere superata e che una condizione che poteva favorire questa premessa era andare a fare esperienza lontani da casa, meglio fuori dall'Italia. Rompere il cordone a quell'età e' fondamentale. Ho continuato il mio cammino dopo lo scambio di auguri e sono arrivato in località I Pantani. Un contesto ambientale di grande suggestione che sarebbe potuto stare in un dipinto di Segantini. Cavalli liberi che pascolano in riva a laghetti di azzurro intenso.
Man mano che mi avvicinavo ad Accumoli, intanto, cresceva il vento che era stato teso per tutta la mattina. Forti raffiche che mi obbligato a camminare raccolto verso terra mi hanno rammentato la situazione vissuta alla vigilia del Natale presso Fonte Avellana. Iniziata la discesa sotto il crinale il vento non creava più difficoltà. Avevo la tenda per quella sera e immaginavo un bivacco pur con il materassino fuori uso che avrebbe reso difficile il riposo. Di Accumoli resta ben poco e molte sono le casette di emergenza installate che si possono scorgere da sopra. Solo due agriturismi sono ancora funzionanti ma non disponibili e, forse, un agricampeggio per camper. Questa ultima era la soluzione praticabile. Arrivato nel nuovo villaggio allestito sopra Accumoli il vento ha ripreso a soffiare e da ovest stava montando un temporale con nuvole nere come il carbone. Che la Befana avesse perso del materiale da consegnare? Sicuro era che avevo poco più di quindici minuti per trovare riparo. La disponibilità dei gestori dell'Agricamper Il Casale ha risolto la serata in modo brillante. Mi hanno concesso una roulotte, il bagno e la cucina della loro casetta e la compagnia di una decina di gatti. Una sistemazione di lusso per una notte che avrebbe regalato pioggia e vento. Il primo approccio con Pietro, gestore di qualche anno più giovane di me, è stato molto positivo e ho avuto la sensazione che prima della ripartenza avrei raccolto una bella testimonianza. La notte è trascorsa tranquilla e al mattino, intorno alle sei, lo scampanio dei cavalli che andavano al pascolo mi ha confermato che il brutto meteo era passato. La riprova è arrivata aprendo la porta della confortevole casetta mobile dove un alba fantastica ha dato il benvenuto ad un'Epifania che sarebbe risultata esaltante e costruttiva come poche altre vissute. Un nuovo gettone" con licenza di perdersi" che apre nuovi scenari e opportunità per l'anno appena cominciato...
Ciao, Nino, che bei panorami, I piani di Castelluccio sono veramente stupendi, quando ci si arriva si rimane abbagliati dalla bellezza, sopratutto con il Monte Vettore sullo sfondo. Il terremoto purtroppo ha fatto danni incalcolabili, le persone che sono rimaste sono da aiutare, ma purtroppo la burocrazia ci mette sempre del suo. La foto dell'alba che hai postato è veramente stupenda, hai colto proprio il momento giusto. Buon cammino. Andrea.
RispondiEliminaSempre piacevole leggere i tuoi diari
RispondiEliminaGrazie per avermi "virtualmente-trasportato" in quei luoghi che da sempre mi affascinano, ma che per ora restano nei mie sogni. Mai dire mai diceva qualcuno ...
RispondiEliminaNino, arrivo per ultimo ma arrivo. Ormai è diventata un'abitudine leggere I tuoi resoconti quando sto per andare a letto, quindi tardi.
RispondiEliminaÈ vero, le tue foto sono sempre suggestive e colgono l'attimo giusto. Nel sentire i tuoi resoconti mi rafforzo nell'idea di programmare un cammino in quelle terre; ne parleremo al tuo ritorno.
È sempre bello trovare ospitalità specie quando è più necessaria e trovare anche un pò di compagnia sul cammino. La solitudine è bella ma anche un pò di compagnia ogni tanto non guasta.
Un abbraccio e buon cammino. Mario
Mi sembra di
Nino stupende le foto che danno proprio l'idea della bellezza del tuo viaggio e soprattutto dell'animo con cui lo stai compiendo. Animo con cui cogli anche la bellezza di incontri rapidi ma generosi di emozioni. Buon proseguimento
RispondiEliminaGrazie!
EliminaTI seguiamo col pensiero
RispondiEliminafoto molto belle, complimenti! Hasta!!
RispondiEliminaGrazie a tutti!!
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