Rinascite


Come è possibile comprendere da mappe e descrizioni,  il Sentiero Italia mostra a noi alcuni punti in cui il tracciato si divide su due direttrici diverse. In particolare, per me che sono partito dalla Toscana, in due occasioni mi ha dato la possibilità di scegliere se stare sul versante orientale o occidentale della catena appenninica. Questa possibilità si è ripresentata proprio alla vigilia dell'Epifania. Da Accumoli avrei potuto continuare sul versante laziale e camminare unendo vari gruppi montuosi che, durante gli studi scolastici, mi sono sempre risultati un poco misteriosi ed, errando, poco interessanti ( M. Simbruini, Aurunci...), oppure proseguire sul lato che mi avrebbe portato ad esplorare l'Abruzzo. Al termine di questa regione i due diversi percorsi si sarebbero riuniti per continuare in Molise. Avevo immaginato che la tappa laziale del 6 gennaio che termina ad Amatrice  sarebbe stata utile per risolvere alcuni aspetti pratici ma, alla luce degli ultimi eventi vissuti, non avrei immaginato quanto avrebbe potuto sviluppare.

 Ciò che, invece, mi hanno insegnato i viaggi e alcune vicende personali è di lasciare correre gli eventi e tentare di darne lettura anziché provare, con ostinazione, a condurre le situazioni secondo obbiettivi già preordinati. Nulla viene per caso e ad Amatrice siamo andati oltre... Al mattino del 6 Pietro arriva puntuale per ritirare le chiavi della struttura e per aprire il ricovero delle oche. Abbiamo tempo e scegliamo di concedercene anche altro per confrontarci sulla situazione del terremoto. Pietro, di qualche anno più giovane di me, è laureato in lettere ma, a parte qualche supplenza, non ha proseguito nella carriera di insegnante. Ha fatto cento lavori, ha mantenuto allenamento allo studio e all'apprendimento di altre arti. Il Sisma lo ha lasciato privo del suo casale e di altro ma non della sua voglia di ripartire per ridare opportunità e speranza al territorio dove è nato e a cui è affezionato. L'estate appena passata ha inaugurato l'agricamper che sta migliorando e che ha definito "terapeutico ". Avere persone diverse con cui parlare e confrontarsi ogni giorno è  stato un toccasana. Chiedo a lui consigli per Amatrice di cui è originaria la moglie. Ci ripromettiamo di vederci tra qualche tempo. Parto per una nuova tappa. Ancora boschi di querce e roverella, diversi i guadi da affrontare specie dopo una notte di intense piogge e il fondo di molto tratti di sentiero reso pesante e faticoso dal passaggio di bovini che lo hanno dissestato. Da Forca Canapine la situazione della segnaletica, nonostante alcune bizzarrie, è decisamente migliorata. Ciò che, invece, rattrista è attraversare borghi interessanti ma devastati dal sisma e che dopo sei anni ancora poco mostrano della ricostruzione.  Anche l'impatto con Amatrice è forte ma la percezione che si ha della forza dei suoi abitanti ci mette nella condizione di relazionarsi in modo sereno e costruttivo. Qui ho deciso di fermarmi per qualche giorno per apportare migliorie all' equipaggiamento reperito grazie alla venuta di mia moglie. Aggiustamenti resi necessari in vista del periodo e del tratto più impegnativo da affrontare oltre che per cercare le nuove mappe.

 Arrivato nel centro cittadino, dove i percorsi carrabili e pedonali sono ancora oggi ben vincolati da barriere, entro in uno dei tre centri commerciali provvisori realizzati per la prima ripresa delle attività.  Salgo al piano dove è presente il bar per consumare un caffè. Nel tragitto fatto fino a qui  ero transitato nei pressi di un grande edificio bianco stile anni 40 discretamente danneggiato e di cui non ne comprendevo la sua funzione. Chiedo notizia ad un anziano abitante presente nel locale e mi parla della storia di Don Minozzi. Un incredibile, ma l'ennesimo, miracolo italiano avvenuto subito dopo la guerra legato a questo cappellano militare che si proponeva nobili obbiettivi che avrebbero, poi, trovato ulteriori sviluppi anche in altre regioni. Un fulgido esempio di una delle tante menti illuminate e capaci che l'Italia e il contesto del tempo erano in grado di formare oltre ogni credo politico e religioso. Ad un tavolo vicino una coppia stava riflettendo sulle attività culturali per la prossima estate da programmare per conto del Comune e delle difficoltà con la gestione del patrimonio artistico ancora da organizzare dai tempi del sisma. Ma era l'ingresso di un quasi coetaneo dal profilo originale a catturare l'attenzione dei presenti. Alto, capelli lunghi neri, cappello da montanaro con le sigle del soccorso alpino ricamate, mani annerite dal carbone e un grande cane al fianco dal lungo pelo nero. Saluta i presenti che conosce molto bene e offre da bere a tutti me compreso. Peppo, il suo cane, risponde con grande tranquillità ai suoi comandi. Fabio, si presenta e vedendo il mio zaino chiede del viaggio. Capisco che ho davanti a me l'interlocutore che attendevo da giorni. Ci comprendiamo al volo. Saranno due giorni intensi dove,  casualmente e in modo puntuale, ci ritroviamo negli stessi locali. Questa mattina , sabato 08, ci concediamo una breve uscita tra le campagne intorno ad Amatrice e proviamo a programmare un altro pezzo di progetto per portare un contributo alla Comunità di Amatrice oltre a quelli già concordati in precedenza. Proveremo a replicare e ad ampliare quanto già fatto a Fiastra, non.vedenti compresi. Non bastasse la sera dell'Epifania, senza forzare la mano di fronte ai no delle strutture ricettive aperte in questo periodo (poche) la risposta a organizzare il nostro soggiorno è arrivata dalla presidente del consorzio alteterre.it  che rappresenta le realtà ricettive dei comuni colpiti dal sisma che da subito hanno cercato di fare sistema con  azioni mirate per tenere attivo il sistema turistico. Questa significativa coincidenza ha spinto la dott.ssa Santarelli, titolare insieme alla famiglia della fattoria che ci ha ospitato, a organizzare una serie di visite a realtà locali interessanti. Proprio grazie all'impegno per la promozione del turismo esperienziale sempre più richiesto, questa sera, al termine del mio soggiorno ad Amatrice, ho avuto il piacere di assistere alla mungitura dei loro bovini ma, soprattutto,  alla testimonianza appassionata di Stefano, il nipote appena ventenne che se pur promettente studente, ha fatto una scelta di vita molto significativa e ammirevole. La decisione di portare avanti la tradizione di allevatore ereditata dal nonno con la consapevolezza di portare un contributo sostanziale alla famiglia e alla vocazione agricola del territorio. Insomma, con il piacere di poter tornare per dare aiuto a ricostruire, si può dire che,  nonostante,  le molte ferite ancora aperte e i tempi ancora lunghi della ricostruzione AmatriC'È. Da domani il cammino riprende per entrare in Abruzzo. 



Commenti

  1. Caro Nino, mi sembra di capire che avevi programmato tutto fin dalla partenza a parte le persone incontrate "in loco". È veramente grande quanto stai facendo non solo come cammino ma come promozione di luoghi e di aiuto agli abitanti provati da terremoto e abbandono ma mai rassegnati.
    A parte le bellezze paesaggistiche veramente stupende testimoniate anche dalle foto che metti, è bello come descrivi le varie situazioni che incontri.
    Aspetto il prossimo resoconto con sempre maggiore interesse. Un abbraccio e buon cammino e interessanti incontri. Mario

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