Trasparenze

 

La città delle acque così definita per essere bagnata da diversi corsi d'acqua, tra cui il Pescara che qui ha le limpide sorgenti. Ma anche chiamata " la chiave dei tre Abruzzi" per la sua posizione strategica da sempre a controllo delle vie di collegamento tra Tirreno e Adriatico. Popoli. Una storia interessante e articolata,  tre grandi chiese,  una Taverna Ducale vicina e il Palazzo Cantelmo a chiudere la piazza e a definire i confini del salotto antico della cittadina. In alto, un tempo a guardia della valle i resti restaurati del castello. In mezzo a tanta bellezza architettonica, una piccola grande perla della cultura, la libreria non convenzionale "Il libraio di notte". Poco decentrata da questo fulcro la casa natale di un grande ingegnere che ha fatto grande l'Italia, Corradino d'Ascanio, inventore dell'elicottero e della mitica Vespa Piaggio. 

A Popoli ci arrivo il 60° giorno di viaggio, 21 gennaio, itinerario quasi interamente pianeggiante e in assoluto il più corto. Camminero' per dieci chilometri, molti meno del solito ma ricchi di esperienze. Lascio Bussi nuova. Una sosta veloce in un bar per un caffè con Tiziano che mi ha ospitato e la proprietaria appassionata di escursionismo mi regala le ferratelle abruzzesi, tipico dolce nella versione con marmellata d'uva. Salgo verso la parte antica. Mi affianca un furgoncino bianco, il passeggero abbassa il finestrino e mi chiama. Edoardo sembra felice come un bimbo che ha incontrato  un idolo del pallone. Mi indica lo zaino e chiede. Racconto e mi vuole offrire da bere al bar. Mi racconta di sé. Ora comprendo meglio. Un problema di salute lo stava logorando, il camminare e Santiago gli hanno offerto nuove prospettive. Ci scambiamo i contatti, gli consiglio di leggere "Sentieri neri". Riprendo la marcia. Di Bussi vecchia dal basso si immaginerebbe  poco o nulla. La pace regna lungo il Tirino, fiume considerato tra i più puliti d'Europa, il caos sta in alto. Ovunque i segni del sisma del 2009  tra le case del borgo antico; per le parti ancora lesionate e per quelle ben ricostruite. Un operaio mi fa attraversare a lato del cantiere piu grande per fotografare il castello. Torno verso valle. Attraverso orti e boschetti per arrivare in vista di un altro sito tutt'altro che entusiasmante. Uno stabilimento Montedison e Società Chimica Bussi. Un nome che sembrerebbe scontato per legare maestranze azienda e territorio, meno le conseguenze di certe scelte sulla salute. Si dice" Popoli senza venti, come il Diavolo senza denti". Qui il vento tira sempre e porta bene e altro meno. E  come sempre, fa il suo giro...Un polo chimico di certa importanza. Vicino un'area vasta coperta con attenzione e in modo duraturo che mi diranno essere una discarica finanziata per una costosa bonifica mai avvenuta. Più in avanti gli stabilimenti del Polo e gli uffici. Un neo tecnologico tra due fiumi di grande valore ambientale e le pareti delle Gole di Popoli a mascherarlo. Tra silos, tubi lucenti, vapori e altre strutture si incontrano edifici e ville pericolanti di epoca liberty che fanno immaginare ben altri tempi e destinazioni del territorio. 

Prima di raggiungere il centro storico salgo ai resti del castello Cantelmo. La vista della cittadina dall'alto lascia perplessi. Ad eccezione del salotto antico le costruzioni di epoca post guerra e successive offuscano per dimensioni e colori  la vista di ciò che scoprirò da basso, tutta l'architettura della prima metà Novecento. Scendo in cerca di sistemazione per la sera, nel girovagare scopro il palazzo natale dell'ing. D'Ascanio, poi mi fermo in un bar. Un coetaneo in carrozzella mi osserva incuriosito. Domanda dello zaino, vuole conoscere le prossime destinazioni. Inizia a fare osservazioni sull'itinerario. Lo guardo sorpreso e mi chiarisce la sua posizione. Un tuffo andato male. Graziano, a 27 anni, trovò con la testa  il fondo del mare e rimase paralizzato ma la sua passione per i monti è rimasta intatta. Già,  i monti. Devo cercare e comprare le nuove mappe d' Abruzzo e spedire a casa le vecchie. Una cartolibreria mi ispira. Entro e il profilo del negoziante, barba lunga e bianca e vista lunga mi dice che ho fatto centro. Faccio il pieno e trovo anche una rarità del 1970 edita per il Cai. Domando del negozio. Un "Fracasso" (il suo nome) di generazioni a gestirlo. Solo gli arredi sono rimasti uguali o quasi. Gli arredi non si cambiano,  convengo. Identità e anagrafe dell'attività che non si possono cancellare con nuovi legni. Saluto Mauro, cartolante e personaggio, il primo. Il secondo, libraio non comune di nome Paolo verrà all'ora del the. Entro nella piccola e fornita libreria poco prima delle 17. Iniziamo a confrontarci con Paolo su tanti temi. Siamo in piedi davanti a due poltroncine, Paolo sembra con incerti accenni che inviti a sederci ma il parlare , cercare, osservare mi tiene in piedi e dopo oltre un' ora siamo ancora in piedi, faccia a faccia. Si parla di matti nei libri, uno forse lo ha di fronte, un' altro è  bello da matti! Un piccolo libro di poesie, il libro delle tre P lo ribattezzo: di Paolo che lo ha scritto, delle poesie, della Polaroid che ha fornito il suo contributo di immagini. Chiedetelo a Paolo ma poi non vi lamentate se anche voi..." Quando piove canto più forte". Magari, dall'altra parte del balcone chi vi osserva penserà che state recitando, come Paolo che ci si è inventato su uno spettacolo. Nel mentre di tutto ciò mi suona il telefono, quello da 30 euro che accetta polvere e trucioli della bottega senza mai lamentarsi e che se cade non vuole il referto. Di la c'è Edoardo! Vuole invitarmi a cena, vuole continuare la chiacchierata sul camminare. Accetto, rifletto. Il viaggio lo chiede, le gambe e gli eventi anche. Inutile e dannoso  forzare. L'articolo promesso al Cai rimandato a domani 22 gennaio e si prolunga il soggiorno a Popoli. Oggi dedicato a scrivere, a spedire,  a cercare una sacca per la camminata domenicale senza zaino e Jenni, titolare del negozio,  mi regala un cappello per il cammino. Poi a visitare le suggestive sorgenti del Pescara.  Domani sulle montagne del Sentiero Italia : andata e ritorno con...Edoardo e la sorella. Obbiettivo,   Montagna terapia. 



Commenti

  1. Ma senti: Corradino d'Ascanio è nato a Popoli! Si impara sempre qualcosa andando a giro per l'Italia.
    Nino, stai raccogliendo quello che hai seminato fin qui: incontri, testimonianze, riflessioni, letture, inviti a pranzo. Dici bene, non sempre è necessario raggiungere una meta perché è anche bello approfondire la conoscenza di un luogo e delle persone che lo abitano.
    Anch'io ho sperimentato il cammino "arrivi e riparti" ma mi sono reso conto che un cammino deve essere anche conoscenza dei luoghi attraversati. In ciò, tu Nino hai fatto scuola.
    Goditi questi momenti in attesa di riprendere il tuo straordinario girovagare.
    Un abbraccio. Mario

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Cane che abbaia non morde

Camminare d'inverno

Legami