Mafalda!"...non stiamo a pettinar le bambole..."
Giovedì 10 febbraio. -1 a Vasto, -1 la temperatura notturna, una tappa in maglietta e 19 ° . Una grande escursione termica al pari della bellezza della tappa appena conclusa. Un paesaggio da cartolina dove le colline lavorate fino all'ultimo metro non fanno rimpiangere le cime innevate che da questi poggi ancora si mostrano.
Dai Sibillini alle Isole Tremiti la vista spazia per oltre trecento chilometri. Una poiana vola così bassa sopra le nostre teste da mostrarsi in tutti i dettagli del piumaggio. È il suo benvenuto a Mafalda. Al mattino abbiamo lasciato Montemitro e la sua comunità croata a cui avremmo voluto dedicare più tempo e ascolto. Si legge che il piccolo Molise sia la regione italiana con la minore densità di popolazione. Ma io, noi siamo stati incredibilmente fortunati perché ogni giorno abbiamo incontrato abitanti accoglienti e desiderosi di raccontarsi e di farci partecipi di quel buon vivere che Lucio, giocando con le parole, ha sintetizzato nella parola Moli sana.
Pur con pochi abitanti nei villaggi spesso silenti, ogni comunità ha cercato di renderli vivi e accoglienti. Chi con le decorazioni in lana, chi con le sedie colorate, chi con lo street art o murales se preferite, chi come a Montemitro colorando le panchine in ferro e iscrivendovi celebri frasi.
Chi, invece, ha un panorama a 360° sul mare da togliere il fiato e che farebbe pari con ogni altro sforzo non rinuncia attraverso testimoni autentici del territorio ad accogliere il forestiero. Così è accaduto anche ieri davanti al caffè degli artisti con l'insegna declinata alla francese. Lucio in primis con il suo carattestico cappello e il suo innato saper fare maturato in giro per il mondo, Ugo, esperto di storia locale che ha spaziato dagli antichi Osci, ai Sanniti, ai Croati fino agli Arbaresh, Massimo, collezionista e commerciante di libri antichi con forti legami con la nostra Toscana, Nicola, ristoratore e agricoltore, che ha invertito la tendenza oltre venti anni fa. Un altro, come Lucio, che ha deciso di tornare, di investire nelle radici per contribuire al Molise...da Vivere.
Quando Ugo, dopo oltre due ore passate tra il caffè e le vie di Mafalda, mi ha chiesto, elencadoli, se avevamo visitato una serie di altri borghi più o meno vicini io ho affermato"... in cammino si colgono tutti i dettagli che in altro modo non sarebbe possibile ma, in otto ore giornaliere e venti chilometri di marcia, tutto non si può visitare. Nella scelta non rinunciamo mai a dare la precedenza agli incontri, alle relazioni, al racconto degli abitanti piuttosto che ad un sito in più da mettere nei ricordi. Così è stato anche oggi. Poi come ci insegnano alla mensa dei monaci, sempre meglio alzarsi dalla tavola del convivio con un poco ancora di appetito, mai uscire sazi. Poco male se per raggiungere Nicola e il suo agriturismo abbiamo scelto la sterrata diventata fangosa e abbiamo, ancora una volta, concluso la giornata in cammino con le pile frontali non prima di avere raccolto l'ultimo scatto fotografico con la luce sulla quercia solitaria e la linea del mare.
Caro Nino, allora oggi, insieme a Maria tua affezionata e paziente moglie e al tuo amico Andrea, hai concluso il tuo grande peregrinare lungo il Sentiero Italia. Ci hai fatto vivere i vari momenti del tuo cammino attraverso la descrizione dei luoghi attraversati e delle tante persone con le quali ti sei incontrato o che hai cercato. Ora sei al mare come a te piace, con i piedi nell'acqua.
RispondiEliminaTi ringrazio per tutte le emozioni che mi hai fatto vivere e ti dico: arrivederci a presto. Intanto ti faccio tanti, tanti cari auguri per il tuo compleanno di domani.
Ti voglio anche dire che oggi è l'anniversario della prima apparizione della Madonna a Lourdes e la Chiesa celebra il giorno del malato e dell'invalido. Lo ricordo a te, caro Nino, che sei sensibile verso coloro che sono svantaggiati. Aiuti i ragazzi autistici, cammini con i ciechi e metti a loro disposizione tutta la tua esperienza e la vigoria fisica. Anche questa è una tua grande dote.
Un affettuoso abbraccio da Mario.
Caro Mario, mi dicessti " ...tu da solo non parti..." e mi affiancasti nei primi giorni avcetando la sfida dell 'incerto come era stato in Marema. Sei il primo che mi avrebbe raggiunto di nuovo per chiudere il viaggio. Mille volte grazie per la fiducia che, comunque, prima di tutto hai e avresti avuto jn te stesso e che è mancata ad altri ben più giovani di te. Alla base grandi valori e grande fede ti hanno sempre mosso verso sfide sempre più ambiziose in barba all'età. Domani sarà un bel giorno e di questo ringrazio tutti quelli che a vario titolo sono stati in questo viaggio e anche quelli che hanno creato ostacoli spronandomi ancora di più in ciò che stavo facendo. Un ringraziamento particolare lo devo anche ad un altro amico, un altro Andrea, che seppure in un anno difficile per lui, ha trovato testa e tempo per informarsi dell'andamento del Cammino. L'ultimo pensiero va a Francesca, appassionata insegnante che ha utilizzato la mia esperienza di cammino per coinvolgere i suoi alunni della scuola primaria per fare un bel lavoro didattico sul viaggio. Un pensiero e un regalo nel senso della condivisione che meglio non si poteva immaginare. Il camminare dedicato a chi rappresenta il futuro del nostro paese. Buona vita a tutti
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