Per dare sapore ci vuole colore


 Ci vorrebbero più battute per raccontare tutti i dettagli e le sfumature di una giornata di cammino,  ci vorrebbe ancora più lentezza di quanto gli sto riservando per non perdersi nulla di ogni borgo attraversato e di ogni persona incontrata, ci vorrebbero più giorni di sosta per raccogliere tante storie e visitare tutto quanto sta intorno. Sento che ogni situazione che arriva con i suoi tempi e modi è quella giusta e ognuna da un senso ad ogni attimo e allora va bene, va bene così. Va bene anche arrivare al tardo pomeriggio quando ormai imbrunisce e dover posticipare la visita della località dove soggiorno al mattino dopo. Così è accaduto anche ieri 5 febbraio. 

A Bojano, importante centro agricolo e un tempo luogo di transito della transumanza, c'è una grande e bella piazza dove si affaccia il Municipio e la Cattedrale di San Bartolomeo, famosa per avere le fondamenta della cripta originale sotto cui passa un corso d'acqua. La sera precedente,  arrivando in piazza, ho provato ad immaginarla affollata in giornata di mercato ... Ieri mattina ho scoperto che era il giorno di mercato! La piazza era un patchwork di colori. Moltissime le bancarelle gestite da ambulanti locali e ricche dei colori dei frutti di stagione. C'era anche Fabrizio dell'azienda Griot, un nome legato agli artigiani del Mali e che oggi vuol rappresentare l'integrazione per alcuni di loro nel nostro Paese. Un mercato grande e vivace che riservava sorprese ad ogni angolo.

Proprio mentre stavo lasciando Bojano e riprendere la strada delle montagne ho visto un uomo seduto su un gradino con lo spartito musicale sulla sua borsa. Stava suonando un mandolino. Età intorno ai settanta anni, faccia abbronzata e piccoli occhiali. Quando trovo chi suona per le strade, mi avvicinò sempre, sempre una offerta perché la musica è pane quotidiano per lo spirito come la lettura. Raffaele, il suo nome, mi racconta che è di origine campana ma ora gira per il Molise. " ...si sa dove si nasce ma non dove si muore...sono stato carpentiere, poi muratore,...una vita virtuale che non volevo fosse così per arrivare ad una vita virtuosa, con la musica...utile per l'ermeneutica (!) della vita..." Lo ascoltavo con attenzione! Un linguaggio forbito, concetti espressi con grande profondità.  Lo guardo e sorrido.  Un carpentiere che aveva letto tanto tanto e quando glielo dico annuisce sorridendo. Ci stringiamo la mano e riparto. 

Sono in mezzo alla campagna,  ho ancora strada per le colline e davanti a me si materializza la controfigura del Tiziano Terzani rammentato due giorni prima. Barba lunga, bianca come la sua, berretta e portamento eretto, passo sicuro. Mi ferma per chiedere del mio zaino. Racconto, anche lui ha viaggiato molto già cinquanta anni fa. Comprende il motivo della mia tenda ma oggi non si fiderebbe. Conosce bene il Sentiero Italia , vorrebbe percorrerlo ma, viziato dal modello Santiago, ritiene sia troppo costoso... mi fornisce indicazioni per il percorso da seguire. Riprendo, pascoli e boschetti, ora c'è da salire in modo deciso. In lontananza una chiesa con la sua vela svetta da una borgata contadina. È l'ora giusta per il pranzo. Mentre sto per arrivarvi un uomo esce da un garage e si sorprende nel vedermi con il mio bagaglio.  Domanda. Racconto e quasi si commuove. Domenico, ex operaio ora di nuovo prestato all'agricoltura, afferma di avere visto tante volte i camminatori nei servizi televisivi ma non immaginava di incontrare chi facesse lunghi viaggi a piedi. Mi invita a casa sua. Vuole regalarmi una bottiglia di vino. Non posso, ho già il sasso di Liberato che ha aumentato il peso dello zaino. Accetto con piacere un bicchiere e la conversazione con lui e la moglie così che scopro altri aspetti poco edificanti tra il territorio e la gestione del migranti... Chiedo il suo indirizzo, lo scrive con bella e sicura grafia...si scusa perché ha fatto gli studi solo fino alla terza media. Ha fatto molti mestieri ma si rammarica che mai uno fosse diventato il suo. Meglio tanti che un solo e che oggi gli permettono di vivere dopo un licenziamento per delocalizzazione aziendale.


Riparto, il pranzo è saltato ma ho messo un poco di benzina in corpo e raccolto una bella testimonianza.  Destinazione Sant'Elena dei Sanniti, un tempo Borgo Cammelli. La storia è lunga, bella e suggestiva. Il distretto con Frosolone degli arrotini e coltellieri. Sant'Elena, grazie all'intraprendenza dei suoi artigiani migranti, si fece anche un nome nella produzione dei profumi e oggi ha una fondazione e un museo dedicati. Andate a leggere, a cercare. Il saper fare degli italiani che non ha avuto limiti, in ogni ambito e oltre ogni confine. A Sant'Elena il signor Carmine vorrebbe invitarmi a casa sua ma è tardi, ancora un'ora di cammino per Frosolone che raggiungo ormai a buio. All'ingresso del caratteristico borgo Bandiera Arancione del Touring i carabinieri mi fermano per un controllo... Non è la prima volta che capita nei viaggi a piedi. Poi, finalmente, è il momento di mettere lo zaino a terra. Venti chilometri e Frosolone si visita il giorno dopo. Era impossibile rinunciare a tutto il colore di prodotti, facce, voci, storie di una giornata così ricca. 



Commenti

  1. Caro Nino, non so più cosa dirti. I tuoi incontri, sempre pieni di significati e interessanti perché forniscono uno spaccato degli abitanti locali, sono descritti molto bene: il musicista Raffaele, la controfigura di Terzani, l'ex operaio Domenico e tutti quelli dei giorni scorsi.
    E poi che dire della descrizione circostanziata dei luoghi attraversati?
    Bravo Nino, è un piacere leggerti. Saluti. Mario

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  2. Ciao Nino, concordo con lo scritto del Sig. Mario è un piacere leggere i tuoi commenti delle tue giornate di cammino, mi ha sorpreso però una cosa, che i carabinieri ti abbiano fermato per un controllo e non per la curiosità nel vedere un camminatore, un Pellegrino, dovrebbero avere l'occhio nel distinguere la persona per bene con una sospettabile.
    Ciao Nino buon cammino.
    Giuseppe Sassi.

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