L' Appennino




 L'Appennino può essere poesia rammentando le parole di uno che ci è nato e ci è tornato.

" ...l'Appennino è un rosario di Genius Loci che può ancora essere sgranato ma è come maneggiare reliquie: basta poco e ci si ritrova con mucchietti di polvere..." Queste bellissime struggenti parole sono di Giovanni Lindo Ferretti, uomo di un Appennino, quello reggiano, che attraverso coraggio, lunghezza di visioni e volontà ha saputo rinnovarsi e risorgere. ( L'Italia profonda, dialogo dagli Appennini. F.Arminio, G.L.Ferretti).

Dai Monti della Svizzera Pesciatina ieri sono entrato nel mondo appenninico profondo, estremamente interessante ma per alcuni settori anche inquietante. Proprio il simpatico "Pennello" , montanaro doc e strenuo difensore della Toscana quale culla della cultura, mi rammentava ieri, nel breve tragitto condiviso,  un evento che avevo dimenticato. Uno dei tanti  che aveva reso famoso questo pezzo di Appennino verdissimo e dai profili arrotondati. "Le norme di Maresca". Già, vedete;  il Club Alpino Italiano nasce a Torino, la cultura della montagna come palestra di vita e di sport si forma sulle Alpi ma è nel 1950 a Maresca, ridente centro turistico dell'Appennino Pistoiese,  che vengono firmati i regolamenti nazionali per la segnatura e codificazione dei sentieri escursionistici. Ed è in virtù di ciò che da Maresca parte il sentiero N 1 che sale al caratteristico Rifugio del Montanaro...

E' ancora nel 1988 che per volere della Provincia di Pistoia viene inaugurato il primo Ecomuseo diffuso della Montagna d' Italia e per questo sarà  premiato a Parma con un ricoscimento particolare.  

In ultimo per non andare oltre ma non certo meno importante di quanto già citato è la progettazione e la costruzione nel 1863 della tratta ferroviaria Pracchia Vergato che nel tempo diventerà la suggestiva linea ferrata Pistoia-Porretta Terme. Un opera di ingegneria che diventerà al tempo il principale tratto di collegamento Nord Sud. Così,  carico di queste suggestioni e di amore profondo per questa parte di montagne , questa mattina mi sono messo in marcia da Prataccio per raggiungere la famosa Pracchia. Pioveva già dalla notte scorsa ma non in modo da farmi desistere. Una pioggia leggera che bagna lentamente ma che fa vedere, respirare ed esalta i colori del bosco che scaldano l'atmosfera anche se l'umido che penetra vorrebbe renderci altro. Il Cammino di San Bartolomeo, azzeccato progetto e fortemente voluto dal basso, mi ha permesso di evitare l'asfalto e di riguadagnare il passaggio da Prunetta dove la pioggia ha stabilito una tregua. Giusto il tempo utile per comprare provviste e un caffè all'osteria e poi di nuovo pioggia, boschi e discesa lunga fino alla località Le Piastre. Un piccolo ma importante villaggio nel passato a cui sono legato dall' infanzia e che spesso è  metà di sosta per rigenerarsi al termine delle gite montane. Una località da cui molti transitano con la fretta ma che, attraversandola a piedi,  ha fatto apprezzare il grande lavoro parrocchiale e di circoscrizione di queste settimane con l' allestimento di numerosi presepi originali e di bella fattura. Da qui ho ripreso il cammino su un suggestivo sentiero lungo il Reno (alle sorgenti la prima bevuta del mattino) , ben tabellato e ricco di informazioni etnografiche che mi ha guidato fino a Pontepetri e ancora  per boschi fino a Pracchia. Uno sguardo alla gloriosa e un pò dimessa stazione ferroviaria e poi gli ultimi passi bagnati fino all'antico albergo Melini tuttora gestito dalla famiglia che lo fondò  nel 1939. Qui senza troppo penare come nei giorni scorsi ho trovato sistemazione per strizzare dagli indumenti sei ore di pioggia ininterrotta. 

Pur con lo sguardo più benevolo possibile e un pensiero positivo per l'intraprendenza di chi è rimasto e si impegna a tenere vive le attività turistiche, piange il cuore affacciarsi dalla finestra della camera e vedere oltre il fiume gli edifici cadenti di una stazione climatica rinomata fino agli anni "70. Questo Appennino meriterebbe di più per non rischiare di sgretolarsi ...

In foto una delle poche fontane architettoniche ideate e installate da Campari che ancora si può osservare.


Commenti

  1. Nino, ho letto tutto quello che magistralmente hai raccontato. Crei grandi emozioni e ricordi perché anch'io come sai amo e conosco questo lembo di montagna. Finalmente sei arrivato a Pracchia da dove inizia la tua vera avventura. Un abbraccio e un grande augurio di buon cammino. Mario

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    1. Grazie caro Mario e a presto. Un grande abbraccio. N

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