Fare rete, la sfida italiana

 

Una giornata, quella di ieri 01 febbraio,  dedicata alla città,  alla ricerca di nuove mappe e a costruire la parte finale del viaggio...Isernia, una città interessante che, nonostante, il terremoto del 1805 e le distruzioni causate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, mostra ancora un suggestivo centro storico.  Particolari e ricchi di dettagli architettonici gli interni di alcuni palazzi nobiliari, maestosa la Cattedrale dedicata a San Pietro Apostolo dove ho trovato a dir Messa un parroco di origini, forse, brasiliane e con una buona dizione dell'italiano. Molto bella la fontana Fraterna nella piazza intitolata a Papa Celestino V nativo proprio di Isernia che, forse, ambiva a qualcosa di più riservato visto che la piazza è  il centro della movida serale.  

Ma  aspetti interessanti e più vicini alla nostra epoca lì ho raccolti tra la gente e nei loro usi. Nel lungo camminare per le vie del centro e nelle immediate periferie non ho sentito una sola volta il suono dei clacson, la vita scorre tranquilla senza apparenti stati di ansia. Un automobilista un poco  indisciplinato che ha bloccato per molti minuti il passaggio di un bus e obbligato la presenza della polizia,  se la è cavata con un rimbrotto delle forze dell'ordine,  un litigio tra due automobilisti si è risolto con pacche sulle spalle e saluti alle famiglie...Il Molise c'è anche se qualcuno giocando con le lettere e le lingue ha coniato Molis'nt! C'è,  ci sarebbe  ma stenta a volersi promuovere.  Sarebbe la regione ideale per ogni mese dell'anno. 

Centrale rispetto allo Stivale ed equidistante dai due mari, montagne abbastanza alla portata di tutti, natura ad ogni livello,  buon cibo e una storia lunghissima e invidiabile. Invece  nelle librerie trovate le guide scritte da forestieri o da stranieri che vi raccontano dei tratturi molisani o che vanno a raccogliere storie e curiosità tra gli abitanti, le mappe escursionistiche di alcune aree introvabili e quelle stradali che ci ricordano l'abbinata scolastica Abruzzo e Molise, sempre a braccetto in ogni epoca. Così da questa mattina 02 febbraio, il mio viaggio a piedi riprende con il supporto di una mappa stradale Michelin(!) ben fatta , una bussola e l'attenzione ai segni sparsi sul terreno di sentieri che si possono seguire ma che spesso non hanno pannelli didattici all'inizio del percorso che ne illustrino gli elementi basilari.

Non da meno la toponomastica delle vie urbane indicate con lettere dipinte sui muri delle abitazioni tramite gli stampi che con il tempo sono sbiadite, quasi illeggibili o coperte dalla nuova pittura data allo stesso edificio...

Questa mattina lascio di buon ora la città per riprendere il cammino verso sud . I segnavia appena fuori il centro storico portano verso il Parco e Museo del Paleolitico,  sito archeologico di importanza europea visti i ritrovamenti significativi.  Vicino al cimitero trovo il bar L'antenato! Entro per un caffè dopo avere soddisfatto la curiosità dei presenti circa la mia provenienza. All'interno un' offerta di whisky e grappe da risvegliare gli spiriti del vicino albergo dell'eterno riposo! Poi vedo nell'insegna il riferimento al mammut e all'uomo preistorico che rimanda ad antenati più datati. La mia presenza aveva, comunque, stimolato, probabilmente, la conversazione sul Sentiero Italia che transita per la città oltre che considerarla come fine tappa. Così prima di ripartire il simpatico Pasquale passa a salutarmi e ad avvertirmi che al conto della colazione ha pensato lui! Che glie ne renda merito! Riprendo a salire verso boschi e pascoli, raggiungo Pettoranello del Molise.  Sede comunale e piccolo borgo  raccolto intorno alla sua accogliente piazza e alla Chiesa di San Sebastiano. Incontro un abitante che è di ritorno da un carico di legna.  Domanda del mio viaggio e mi invita a casa sua per un caffè. Mi trattengo con Michele e la moglie Sonia per un poco di tempo e scopro alcuni aspetti della vita sociale ed economica di Isernia e del suo territorio intorno. Splendori e fallimenti che nel tempo , in passato, hanno favorito una forte emigrazione verso gli Stati Uniti tanto da formare una comunità consistente di italiani e discendenti e da stabilire un gemellaggio concreto con la principale residenza dei nostri migranti in New Jersey.  Ecco così spiegata la titolazione a Princeton di una strada dietro la chiesa. Riprendo il cammino che le campane suonano la mezza. Poco male, il viaggio nei luoghi modellati dall'uomo è incontro con gli abitanti per conoscere il perchè delle situazioni e di ciò che si osserva. L'ingresso ad una Riserva naturale locale mi offre l'occasione per scoprire un sito naturalistico ben organizzato e descritto per una fruizione turistica adeguata. Seguo il sentiero che in breve mi porta all'imponente Santuario di stile gotico dedicato alla Santissima Addolorata.  Una costruzione iniziata nel 1890 con annesso convento un tempo abitato dai frati minori conventuali, oggi solo da alcuni religiosi. Appena sotto  sta il famoso centro benessere fondato da Maurice Messegue diversi anni fa. Un grande edificio in cemento grigio poco invitante e che, se non fosse per l'insegna 5 stelle, sembrerebbe un centro uffici aziendale. Non cerco di darmi spiegazione alla scelta di quella posizione per aprire una struttura simile. Aprire le finestre al tramonto e vedere i capannoni di gommisti, rivenditori di auto e supermercato non credo sia nel giusto spirito...oltretutto pagando immagino discrete tariffe... chissà chi ha combinato il pasticcio? Vado oltre. Ho scelto di rimanere sul lato opposto della valle rispetto al tracciato del Sentiero Italia per camminare al sole verso Santa Maria del Molise, la meta di oggi.

La mappa mi dice che gli ultimi passi del giorno batteranno il terreno vicino ad un mulino.  Un sito rurale che mi lascia sorpreso. Sembra di stare in una regione d'oltralpe o nei paesi nordici. Un luogo suggestivo e curato,  aperto al pubblico e senza segni di vandalismo.  Un sistema di canalizzazioni che un tempo alimentava i movimenti necessari per la macina al mulino. Acque limpide che convogliano in fonti, in lavatoi, in pittoresche cascatelle e poi riprendono il loro corso. Tanti rivoli che in questa zona danno origine al Rio, maggior affluente del Biferno nella piana di Boiano. A poca distanza la struttura che mi ospita questa sera e che porta un nome che mi ricorda un altro bel momento. Capo d'acqua, la Tenuta di oggi , lo stesso per il biologico agriturismo di Capestrano. La titolare mi racconta del figlio, guida escursionistica e socio come me dello stesso sodalizio nazionale. 

Ecco un'altra realtà che fa l'eccezione per chi ci crede. Il Passo successivo sarebbe fare rete o sistema per dimezzare le fatiche della promozione e incrementare i risultati.  Ad onor del vero una parte di merito per questa meta non programmata lo devo a Michele e Sonia che, hanno contribuito proprio a promuovere gli altri.... Ancora una volta vivere il qui e ora a prescindere da mete e strumenti è quanto di meglio si possa fare per scoprire il territorio.  Con licenza di perdersi per finire i gettoni e con un finale a sorpresa. 



Commenti

  1. Nino, mi sembra che il tuo cammino stia diventando rilassante rispetto alla neve delle foreste casentinesi o di Campo Imperatore. Bene così perché le fatiche più impervie penso che tu le abbia superate. Ora paesaggi bucolici, montagne meno aspre.
    Naturalmente continui ad attirare l'attenzione col tuo enorme zaino che ti porti dietro da quasi tre mesi. Bella impresa la tua che sfocerà senz'altro in un libro ma anche in un tracciato, in una mappa che altri potranno seguire.
    Buon proseguimento. Un abbraccio da Mario

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  2. Siamo nella regione che convoglia i principali tratturi che vanno verso la Puglia. Qui la transumanza era il tena dominante già dai Sanniti. Nelle prossime tappe darò priorità a questi tracciati che incrocero' in tre zone e quindi il percorso starà più in basso dove non c'è neve

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