Certe notti


 Il passaggio tra  Toscana e Marche non è stato  certo semplice, ma i due giorni intorno a Lamoli hanno portato nuove energie e stimoli per il mondo diviso tra mappe e trucioli. Ieri mattina ho salutato la giovane coppia che ha preparato la ricca colazione.  Stella titolare della struttura e pittrice nonché colei che ha ridato vita alla coltivazione e uso del Guado. Massimo, suo compagno, ortolano e cuoco con passione e maestria a mezzo servizio presso la stessa residenza.  Inizio a salire la pista forestale nel bosco segnato da Stella come "sentiero dei colori", supero un guado e continuo su una pista incerta che si interrompe per frana. Risalgo tra arbusti per tracce e recupero la mulattiera che mi raccorda con il crinale in prossimità dello Sbarco delle Mulinelle. Il tempo di mettere a terra lo zaino per una breve pausa e sento un rumore sordo salire da sotto. Pochi minuti dopo dieci motociclisti con mezzi da cross salgono e sommano schizzando neve e fango. La pista forestale che corre lungo il crinale per chilometri e che il Cai ha usato per segnare e tabellare il Sentiero Italia è divenuta impraticabile.  Per ore marcero' facendo gimkane con gli scarponi carichi di fango. Immagino che questa storia si protragga da tempo e mi chiedo perché,  nell'impossibilità di garantire il divieto di transito ai mezzi motorizzati, non si sia preferito segnare il percorso pedestre trenta metri sopra, esattamente sul crinale. La giornata è movimentata; un cinghiale mi attraversa il sentiero, incontro almeno cinque squadre di cacciatori che hanno fatto bottino grosso di cinghiali.  Il bosco spoglio permette di allungare la vista sui crinali più lontani. Boschi a perdita d'occhio e casolari sparsi e abbandonati che si contano su una sola mano. È impressionante la vastità dell' estensione boschiva. I tratti dissestati dai motociclisti e dai trattori dei boscaioli che trasportano pianali carichi di legna mi accompagnano nell'interminabile avvicinamento a Bocca Serriola, meta della giornata. Ormai il buio è sceso sul cammino ma la luna piena rischiara la pista. Una situazione decisamente suggestiva che fa dimenticare stanchezza e condizioni di marcia. Ma non è finita, anzi. Direi che il bello deve arrivare. Sono le 18 quando mi trovo davanti alla porta d'ingresso del bar sul passo di Bocca Serriola. Una bella struttura d'epoca mi accoglie. Le adesive che tappezzato la porta a vetri anticipano la quantità di storie che questo luogo di transito conserva. Certe notti...nel bar da Mario...recita la celebre canzone di Ligabue. Questo è il bar di Piero dove una sosta non è solo una sosta , è viverci un'esperienza. Entro e un carico di esclamazioni mi travolge. Sembro un extraterrestre per gli avventori in su con gli anni che sonnecchiavano sui tavoli. Guarda quello? O da dove arriva? O quello zaino? La barista Paola, figlia di Piero non si scompone, lui mi viene incontro per capire meglio. Mi vuole offrire una camera, spiego che sono attrezzato e determinato a dormire in tenda. Con una notte e una luna così prendere una camera sarebbe un dispetto al viaggio e all'ambiente intorno. Piero non si arrende,  non accetta che io dorma fuori. Mi chiede di seguirlo e mi apre una porta sul retro. Siamo nella legnaia, pavimento in cemento e un tetto sulla testa. Mi dice: questo è quello che ti posso dare e ti lascio i bagni aperti e puliti. Accetto, la chiusura della stanza verso l'esterno è ricavata con un telo plastico che mi garantisce di rimanere in ascolto dei suoni che vengono dal bosco. Torniamo nel bar. Impianto una conversazione con una coppia di anziani dopo che abbiamo scoperto che entrambi veniamo dal mondo del restauro. Piero seduto davanti al grande camino cucina le salsicce sulla brace che ho ordinato. Due occhi e un sorriso grande come la sua bontà.  Segue la nostra conversazione e promette che se io e Osvaldo, l'antiquario umbro, faremo un affare insieme ci invita a mangiare la cima. In un angolo del bar vedo un cestello che attira la mia attenzione. Contiene tubi di cartone con le mappe dell'Europa fisica e politica avvolte come quelle esposte in vendita sulla parete. Chiedo a Paola che ci facciano simili articoli su un passo sperso tra i monti e circondato solo da boschi. Mi dice che a lei piacciono e riesce a venderle ai viaggiatori... incredibile! Mi dice anche che in casa ha le mappe alle pareti al posto dei dipinti. Le piacerebbe molto viaggiare ma ha poche possibilità,  nell'attesa cerca di viaggiare leggendo molti libri, l'altra sua passione...

Alle 19 chiude il bar e intanto che siamo rimasti Piero ed io, lui mi racconta che questa strada fino agli anni 60 vedeva passare solo muli e cavalli e che la parte superiore della casa un tempo era la scuola primaria che raccoglieva i bambini di ben 47 poderi intorno dove ogni famiglia di figli ne aveva almeno quattro. Ce  ne andiamo a letto, mi conferma che nella legnaia non ci sono topi, albergano in altro civico. Alle 6.30 in punto, questa mattina, come anticipato Piero mi da la sveglia, deve prendere la legna per accendere il camino perchè a breve inizieranno le prime soste dei lavoratori. Faccio colazione nel bar con acciughe, pane e caffè americano oltre al cioccolato. La scorta di energie per i venti chilometri giornalieri è fatta. Oggi, domenica 19,  la destinazione è Pian del Trebbio sotto la mole del M. Nerone. Una tappa panoramica lungo un' infinita pista forestale che non presenta inconvenienti di fondo perchè su questo versante la poca neve caduta si è subito sciolta senza i danni di mezzi motorizzati. Anche il paesaggio è più vario. Sembra che i versanti meglio esposti siano stati mantenuti. I poderi ancora attivi con i loro pascoli intorno sono molti di più e hanno i camini fumanti. Diversi i momenti in cui ho ascoltato dal bosco l'abbaio del capriolo come la notte precedente. Anche questa sarà stellata e non troppo fredda. Ma questa sera Piero non c'è,  l'albergo indicato come punto accoglienza SI Cai non mi interessa e così alle 21 dopo una cena rigenerante monto la tenda in un campo vicino al piccoli centro per prepararmi all'imminente abbraccio con l'inverno.



Commenti

  1. Ecco, Nino i tuoi incredibili incontri. Sembra che tu sia il Mago Merlino che fa nascere dal nulla personaggi e situazioni.
    Riguardo ai cacciatori, specialmente quelli di cinghiali, non essere troppo severo: diminuiscono una fauna che è in Italia troppo numerosa. Nemmeno i lupi riescono a limitare.
    Invece i motociclisti, hai perfettamente ragione, sono la rovina dei sentieri, come pure i trattori dei boscaioli.
    Oggi alla Messa il vangelo parlava della visita di Maria a Elisabetta (la madre di Giovanni il Battista). Maria è partita per una metà lontana senza aver avvisato Elisabetta (non c'erano cellulari!): ho pensato a te che sei in cammino con una meta non ben definita, con un viaggio pericoloso e difficile. Mi perdonerà Maria se ho fatto questo accostamento, ma mi è venuto spontaneo.
    Buon bivacco, Nino, anche se il mio augurio ti giunge nel pieno della notte quando starai dormendo o sei in ascolto degli animali e della natura.
    Mario

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