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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

Oltre le cicatrici

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 Ci avviamo a salutare l'anno ancora difficile che finisce e ad andare incontro a quello che arriva con l'impegno e la voglia di migliorare quanto ci circonda. Al mattino del 30 saluto padre Mario e vado incontro agli amici romagnoli che ancora una volta hanno voluto essere miei compagni di viaggio. Con Gilberto, Luciano e Cinzia oggi ci avviamo verso un Appennino ben diverso. Usciamo da Nocera cercando di valutare l'efficienza della segnaletica apposta per gli escursionisti. Utilizzeremo sentieri che nella parte finale ci permetteranno di riagganciare il Sentiero Italia. Camminiamo ancora nei boschi di querce, alcuni dedicati alle coltivazioni per il pregiato tartufo bianco. Una vecchia insegna di bar alimentari attira la mia attenzione e le mie necessità.  Una simpatica signora mi apre la porta del negozio dismesso diventato salotto ma si presta ugualmente per fare un panino. Anzi vorrebbe farci sedere per un caffè, tangibile è la sua voglia di comunicare e stare in compa

Equilibri

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 Al meteo attribuisco, solitamente, un importanza limitata ma, ieri 29 dicembre, dopo molti giorni di pioggia e cielo coperto, le previsioni locali che annunciavano schiarite erano le benvenute. Alla sveglia una prima occhiata mi diceva che, però, almeno fino alle ore centrali, il cielo sarebbe rimasto grigio. Nuvole basse che coprivano i crinali degli Appennini tadinati lasciando a vista solo la fascia degli oliveti e sopra dei boschi di querce. Le pinete e i pascoli alti erano interdetti alla vista. Crinali dai profili uniformi che si facevano rubare la scena dai terreni coltivati a valle e dalle bianche e sinuose strade di servizio,  dove nebbie stratificate in piccoli banchi rendevano tutto molto suggestivo. A mezza costa, uniti dalla viabilità antica, si susseguivano i piccoli borghi ben tenuti o così sembrava. Questi erano gli ambienti che ieri mattina avrebbero ispirato la tappa del giorno. Per le terre alte , secondo me, ci sarebbero stati contesti più interessanti sotto molti

Donne

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Ventisei chilometri la tappa di ieri tra Colmarischio e Fossato di Vico, gli ultimi tre per attraversare il territorio compreso tra il castello di Fossato e la parte periferica oltre la via Flaminia e raggiungere l'albergo. Dell' antico borgo molto suggestivo per i camminamenti ancora ben conservati e le parti turrite, in realtà,  ho potuto apprezzarne in parte perché ormai il buio era sceso. Succede con le tappe lunghe e le giornate corte. Succede anche che, il camminare che rimane la migliore palestra dei cinque sensi, ci imponga il limite dei siti da visitare a meno di trattenersi per un tempo adeguato in ogni area attraversata. Insomma, pur con tutti gli aspetti positivi di questa salutare pratica motoria ci si deve contentare di ciò che incontriamo e della inevitabile selezione che dobbiamo operare. Facendo, però,  le debite considerazioni, non possiamo tirare dritti di fronte a località interessanti e ricche di storia e siti museali come Gualdo Tadino. Così  oggi per recu

Strade

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Fuori dal piccolo albergo sulla Flaminia è ancora buio ma il meteo oggi sembra non riservi piogge. Il territorio che affronterò oggi presenta più boschi ed eremi che centri abitati. Il rifugio indicato dal sito del SI cai è chiuso ma questa sento vorrei fosse una buona giornata per un nuovo bivacco in tenda. Dopo alcuni confortevoli soggiorni in strutture gestite sento il bisogno di rifugiarmi nella natura solitaria e lasciare che il viaggio mi "sbucci" un altro poco. Ieri 27 dicembre ho lasciato una delle migliori accoglienze fruite nel cammino e, sopratutto, è stato interessante confrontarsi e leggere le  reazioni dei titolari delle strutture. La singolarità del mio viaggio, per stagione e per lunghezza e il fatto di scegliere località e strutture fuori dai fine tappa segnalati dai vari siti diventano valore aggiunto dell'esperienza. Al contrario, quando ti fermi in luoghi dedicati e strutturati all'accoglienza dei camminatori,  diventi elemento ordinario del paesag

Variabili

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  Un passo nelle Marche e uno inferiore Umbria. Il terzo ieri poteva essere fatale. Tra le tante variabili di cui tenere conto per camminare in inverno,  oltre le ore di luce,  il meteo instabile, la neve, il freddo, le nebbie e le poche strutture ricettive aperte, ci sono anche i guadi. Ieri mattina, giorno festivo dedicato a Santo Stefano, ero deciso a ripartire. Le previsioni dicevano che le probabilità di pioggia erano basse ma nella notte aveva continuato senza sosta a cadere e così era stato anche dal primo mattino. Saluto la perpetua a cui rendo le chiavi dell'alloggio e un contributo per l'ospitalità.  Mi guarda scettica e chiede se ho un riparo per la notte. Lo troverò,  rispondo io. Il paese è ancora dormiente ma il rumore delle acque che corrono annulla il silenzio. Per un pezzo il mio cammino si svolge lungo il torrente Sentino che è molto gonfio e vorticoso. Viaggia a filo della pista dove cammino e appena venti centimetri sotto. La sterrata è allagata e in alcuni

Teologia del Dono

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  Quante volte me lo hanno chiesto! Quando alcuni hanno saputo del mio viaggio invernale,  molti sembrava si copiassero le domande: " Come da solo? In inverno? Ma una famiglia ce l'hai? Ma il Natale dove lo passi? E il lavoro? Tutto è relativo...Tutto ha tempi e risposte, non sempre immediate, ma c'è le ha. Pomeriggio del Natale 2021. Scrivo dalla camera riservata agli scouts ricavata nella casa parrocchiale di Isola Fossara, piccolo centro nel Parco del Monte Cucco. Isola Fusaglia si diceva nel secolo scorso. Bosco e pastorizia, legna e lana, carbonai e donne abili con i fusi per la lana(fusaglia...). Il pranzo di Natale in solitaria appena terminato. Piatto unico: spaghetti con alici e olive essiccate e, per rispettare la tradizione (e il peso dello zaino), frutta secca. Anche io ho le mie decorazioni appese, il mio "albero di Natale" che sembra più una siepe in verità.  Festoni e palline sostituiti da calzoni e calzine appesi con mollette al cordino tirato tra

Busta 1 o la 2? No!...la 3!

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Cagli, interessante antichissima cittadina, vanta oggi un caratteristico centro storico con numerosi palazzi nobiliari e numerose chiese tra cui, la più antica francescana delle Marche. Nel passato è stata anche molto altro. Nel VI secolo ha rappresentato uno dei capisaldi della Pentapoli Bizantina, era indicata nella Tavola Puetingerjana, era meta di transito per i pellegrini sugli Itinerari Burdigalensi che portavano a Roma e in Terra Santa. Poi le lotte intestine tra guelfi e ghibellini del 1287 avevano fatto sì che fosse incendiata e, in pratica, distrutta. La sua condizione austera determinata dall' influenza di San Pietro Damiani, fondatore della vicina Abbazia di Fonteavellana, e la sua posizione sulle propaggini del Monte Petra furono cancellate con la nuova fondazione corrispondente all'attuale  posizione  mentre la struttura urbanistica,  secondo gli studiosi, fu sviluppata quasi calcando i dettami della  città disegnata Leon Battista Alberti . Cagli oggi è anche molt

Sentieri e mappe

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  Quando ho iniziato il viaggio avevo nel mio zaino sette mappe che coprivano l'area compresa tra la piana pisana e il Passo di Bocca Trabaria. Inoltre avevo fatto un copia incolla delle descrizioni delle tappe del Sentiero Italia tra Pracchia, punto di aggancio, e il Molise. Essendo tutte descritte nel verso contrario al mio andare le usavo solo per ricavare le distanze, i dislivelli e i toponimi intermedi delle singole tratte. Le mappe sono state rispedite a casa una settimana fa ma oggi era fondamentale riuscire ad acquistare le altre per le future tappe in terra marchigiana e Umbria. Il passaggio dell'Appennino Settentrionale a quello Centrale dopo il transito per Bocca Serriola, come mi rammenta l'amico Gilberto,  necessitava di nuovo e dettagliato materiale cartaceo. Infatti era mia precisa volontà non usare le tracce gpx e avere una visione ampia dei siti di interesse e della toponomastica, la storia dei territori attraverso i suoi nomi...Inoltre si può davvero affer

21 novembre, 21 dicembre

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  Oggi è il solstizio d'inverno e con  ieri sono trascorsi trenta giorni dalla partenza di questo viaggio dalla mia residenza di Cascina(Pisa). La giornata di ieri, martedì 20, dopo una mite notte in tenda, aveva salutato questo giorno particolare con quell'immagine pubblicata in precedenza che sembrava una scena dell'Apocalisse. Erano stati molti gli scatti fissati con la mia camera e con il telefono cogliendo il variare della scena con il salire del sole che sgomitava per ritagliarsi uno specchio di luce in quel mare di nubi sospese. Alla fine sarebbe stata una giornata davvero "forte", intensa, direi una giornata modello per un viaggio che poco vuole avere di preordinato. La sera precedente, arrivato ad Acquapartita seguendo il percorso del Sentiero Italia, avevo scoperto, con certo disappunto, che la parte finale del percorso pedestre che univa la località citata con Pian del Trebbio aveva trovato una soluzione cervellotica in chi l'aveva ideata.  L'it

L'isola che non c'è

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 "Seconda stella a destra questo è il Cammino. .." Premio al viaggio. Questo il risveglio in tenda di oggi

Certe notti

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 Il passaggio tra  Toscana e Marche non è stato  certo semplice, ma i due giorni intorno a Lamoli hanno portato nuove energie e stimoli per il mondo diviso tra mappe e trucioli. Ieri mattina ho salutato la giovane coppia che ha preparato la ricca colazione.  Stella titolare della struttura e pittrice nonché colei che ha ridato vita alla coltivazione e uso del Guado. Massimo, suo compagno, ortolano e cuoco con passione e maestria a mezzo servizio presso la stessa residenza.  Inizio a salire la pista forestale nel bosco segnato da Stella come "sentiero dei colori", supero un guado e continuo su una pista incerta che si interrompe per frana. Risalgo tra arbusti per tracce e recupero la mulattiera che mi raccorda con il crinale in prossimità dello Sbarco delle Mulinelle. Il tempo di mettere a terra lo zaino per una breve pausa e sento un rumore sordo salire da sotto. Pochi minuti dopo dieci motociclisti con mezzi da cross salgono e sommano schizzando neve e fango. La pista forest

Storie di confine

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Domani il Cammino riparte, quello in movimento con zaino e scarponi. Ma il Cammino, il viaggio è anche la capacità di fermarsi un giorno o più e cogliere quello che la situazione trovata o cercata ci sta regalando.  Il Passo di Bocca Trabaria non è  tra i più conosciuti e, forse, tra i meno frequentati ma ha da regalare storie che vanno indietro di secoli. Storie di commerci di legname, trabaria significa passaggio di travi,  quelle destinate alle opere delle grandi proprietà papali, che venivano fluitati dal monte verso il Tevere. Storie di conservazione dei boschi ad opera dei monaci di Lamoli per volere di Elisabetta Gonzaga che li cedette a precise condizioni determinando la preziosa Massa Trabaria. Storie di colori naturali, uno dei distretti più antichi dove si produceva e si esportava" l'oro blu" ridotto a dimensjone di pepite, il Blu di Guado ricavato dalla Isatis Tintoria. Una storia affascinante e inimmaginabile legata a questa pianta straordinaria. E proprio i

Colori

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Alle sei in punto di mercoledì 15 la campana del Cerbaiolo suonava l'inizio del nuovo giorno. Pochi minuti dopo eravamo riuniti nella stanza più calda dell'Eremo, la cucina, per l'orazione mattutina. Poi la colazione e la partenza per continuare il viaggio. Una risalita nella faggeta per tornare al Passo di Viamaggio mi permetteva di incontrare giovani caprioli. Una breve sosta al bar dell'Alpe sul passo mi aiutava a completare la colazione "francescana" consumata all'Eremo. Iniziava la lunga salita verso il locale invernale del rifugio Pian della capanna. Ore di lenta e faticosa marcia nella neve ancora alta. Ore utili per ripensare all'accoglienza nell 'Eremo,  al tema dei cammini e della figura del pellegrino /camminante, ai costi dei soggiorni, etc. Conferme che ricevevo da Padre Claudio e che andavo sostenendo da anni. Poco prima del buio arrivavo alla struttura in pietra in mezzo al bosco. Per quel giorno poteva bastare. Un luogo a me molto c

Eremi

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  "...lassù tutto sarebbe andato bene. Avrei dovuto restare sulla linea sommitale: sulla cresta si sta meglio, si avanza con passo leggero, il cielo è amico. Ma c'è un rischio: quello di vivere ogni dislivello come un' onta intollerabile..." da Sentieri neri. Sylvain Tesson. Leggetelo, è una storia interessante di chi ha scelto il camminare come terapia riabilitativa ma lo ha fatto compiendo un viaggio di un anno su sentieri non segnati e che ha usato per raccontare lo stato della Francia rurale.  Neppure a me piaceva l'idea di stare sempre sui crinali così,  anche oggi, come in precedenza, ho fatto di necessità virtù senza legarmi in modo incondizionato al tracciato del Sentiero Italia. Diciamo, visto che siamo vicini al Natale, che il lungo itinerario italiano, per me,  è un poco la cometa che mi illumina sulla direzione da seguire mentre il percorso lo adatto a seconda delle situazioni ambientali e meteorologiche.  Questa mattina, alla solita ora, ho lasciato l

Confini

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Ciò che può essere una piacevole e tranquilla camminata per famiglie nella stagione estiva, acquista altro peso ed impegno in quella invernale. Questo è quanto sono diventate le ultime due giornate di cammino. Ieri, domenica 12, dopo la pausa del sabato, il viaggio è ripreso, sempre in compagnia di amici romagnoli e di nuove loro conoscenze, continuando a camminare in direzione est, sud-est. Una tappa non eccessivamente lunga e che ha regalato molte soddisfazioni. Partiti da Bagno di Romagna in decisa salita verso Poggio Vitine abbiamo assistito al passaggio di alcuni daini tra i quali un maschio adulto dotato di un bel palco. Il viaggio è proseguito su terreno innevato dove la coltre bianca aumentava con il salire di quota e si faceva pesante per il sole. Nonostante battessi il tracciato con le ciaspole si affondava in modo significativo. Un percorso interessante sotto l'aspetto rurale grazie alla presenza di diversi poderi ancora attivi. L'arrivo era a Verghereto, sede comuna

Legami

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  Giorni di connessioni impossibili, sintesi di contenuti e immagini difficili da cogliere tante sono state le esperienze e le emozioni vissute in queste ultime tappe. Lascio San Godenzo mercoledì 8 con una bella impressione di comunità viva e positiva. Tra la sera precedente e la ripartenza incontro la negoziante di alimentari, il parroco, Giulia giovane commerciante che ha unito la rivendita di giornali, la merceria e la boutique oltre alla simpatica accoppiata madre e figlio che gestisce l' antico Albergo Agnoletti. Il coro è unanime. Tutti concordano sul valore sociale ed economico del passaggio dell'itinerario pedestre definito Cammino di Dante. Un percorso storico culturale che unisce i luoghi più significativi dove Il Sommo Poeta ha lasciato il segno e che si sviluppa tra Ravenna e Firenze. Un tappa importante della sua vita tocca proprio San Godenzo e gli abitanti ne vanno fieri. Il passaggio di camminatori, anche in tempi di Covid, è stato un buon contributo all'ec