Teologia del Dono

 


Quante volte me lo hanno chiesto! Quando alcuni hanno saputo del mio viaggio invernale,  molti sembrava si copiassero le domande:

" Come da solo? In inverno? Ma una famiglia ce l'hai? Ma il Natale dove lo passi? E il lavoro? Tutto è relativo...Tutto ha tempi e risposte, non sempre immediate, ma c'è le ha.

Pomeriggio del Natale 2021. Scrivo dalla camera riservata agli scouts ricavata nella casa parrocchiale di Isola Fossara, piccolo centro nel Parco del Monte Cucco. Isola Fusaglia si diceva nel secolo scorso. Bosco e pastorizia, legna e lana, carbonai e donne abili con i fusi per la lana(fusaglia...).

Il pranzo di Natale in solitaria appena terminato. Piatto unico: spaghetti con alici e olive essiccate e, per rispettare la tradizione (e il peso dello zaino), frutta secca. Anche io ho le mie decorazioni appese, il mio "albero di Natale" che sembra più una siepe in verità.  Festoni e palline sostituiti da calzoni e calzine appesi con mollette al cordino tirato tra la maniglia della finestra e il letto a castello ikea.  Ieri sera ho avuto il benestare di Don Matteo

 (meno televisivo ma concreto come lui) per il soggiorno e che ho incontrato e ascoltato alla Messa di mezzanotte.


Notte in branda in una struttura senza riscaldamento dove il saccopelo accompagnato da tazze di the bollente sopperisce ai gradi che mancano. Notte da lupi in questa isola chiusa tra il Monte Catria e altri costoni boscosi e lambita da un'ansa del torrente Sentino che sembra una ronca. Raffiche di vento ululante e pioggia che non si ferma dalla mattina del 24.

Le campane battono ogni mezz'ora e risuonano nelle pareti, all'ora delle Messe suonano al ritmo delle musiche natalizie. Alle 10 del giorno odierno tocca a Don Luca, si danno il cambio per coprire altre parrocchie e preti malati. La predica, bella, incentrata sulla teologia del Dono. 

Parole e tempi ben scanditi per tutta la liturgia che sono una benedizione e che diventano buona comunicazione.  Ripenso a Padre Gabriele in Islanda e alla sua lotta con l'inglese che aveva trascurato e alla Messa imparata a memoria nella lingua locale grazie ad una anziana islandese o ai tanti parroci stranieri in Italia. In questi tempi difficili una Chiesa accogliente pretenda l'alfabetizzazione oltre che la vocazione...altrimenti non si lamenti. Teologia del Dono. Perché ci scambiamo i regali a Natale? Il collegamento mi viene immediato e spontaneo... Un No è un regalo? È una ricchezza...Un No di mia figlia, un No mio, un No dei monaci di Fonte Avellana possono rompere gli schemi, le abitudini, le situazioni date per scontate, possono mettere in moto riflessioni,  favorire relazioni, attivare reti, produrre soluzioni inimmaginabili... Ieri mattina, vigilia di questo Natale particolare, avevo appena terminato di consumare la colazione nel B&b che mi ospitava. Era il 24 e sapevo che molte volte le grandi realtà ecclesiastiche hanno organizzazione e difficoltà superiori. Avevo, pertanto, deciso di fare uno strappo alla regola di questo viaggio. Telefonare prima di mettersi in cammino. In sincerità la notte del 24 e il 25 non volevo passarli in tenda. Sarò troppo comodo? Sarà che quando ti ricoveri in tenda riposi poco? Sarà che le prossime tappe saranno impegnative e sotto un meteo poco favorevole? La foresteria di Fonte Avellana , grande Abbazia benedettina sotto il M. Catria,   risponde affermativamente e senza esitazioni alla mia richiesta per la notte del 24. Chiedo,  inoltre, se possibile, di rimanere anche il 25 e partecipare alle liturgie e, per meglio precisare, comunico di essere una guida in cammino ( non necessariamente un pellegrino). Mi passano ad altro collaboratore o religioso che mi risponde che per tre giorni non ospitano nessuno e la foresteria è chiusa fino a domenica. Non replico,  non commento, resto perplesso. Mi consulto anche con un frate che gestisce la comunicazione del Cammino dei Cappuccini. Mi saluta ricordando la novella della "buona letizia" che ben rammento.

Lascio Frontone sotto la pioggia. Salgo verso il crinale. I segnavia puntuali del Cammino dei Cappuccini sopperiscono a quelli del Sentiero Italia. In alto ingaggio una lotta impari con il vento e ringrazio i 22 chili di zaino sulle spalle. Senza di quello avrei realizzato il sogno dell'uomo volante di Leonardo. In qualche caso devo accovacciarmi a terra e far passare la buriana; quando c'è l'ho davanti mi fa indietreggiare e quasi mi solleva, quando soffia da dietro mi fa correre. Cerco tutte le zone coperte per ridurre lo sforzo, poi inizia la discesa sottovento per arrivare all'Abbazia. La raggiungo. Nel tragitto ho attivato connessioni, contatti, reti e altre possibilità. Ai piedi della grande struttura benedettina mi accorgo di non avere più connessione e coprizaino strappato dal vento. Alla prima non rimedio, poco male, mi adeguo per i giorni a venire e gli altri con me. Al secondo prende il posto la mantella legata alla meglio. Tutto intorno è  deserto. Qualche auto nel piazzale, sul vetro del negozio dell'Abbazia un foglio espone il menù di Natale o di Capodanno. Non ricordo, ma rammento il numero importante di portate e il costo onesto. Tutto chiuso ad eccezione di una piccola ala sulla sinistra del loggiato. All'interno sono esposti alcuni pannelli illuminati dalla sola luce naturale in giornata di pioggia.  La vista si adegua e leggo lo stesso. Una bella storia di una terra, l'America, dove la Chiesa cattolica ha pagine difficili da raccontare degli ultimi anni. Ma una di queste merita studi di alto livello. La conversione di Thomas Merton, oggi monaco trappista.

Mentre mangio una mela mi chiedo se rimanere due giorni in tenda sotto la pioggia davanti a questa struttura dalle forme regolari e armoniose ma anche un poco gelide stia nelle mie corde. Forse, sicuramente  dentro sarebbe altra atmosfera. Me lo ricordano Boatti e Rumiz e la sua storia millenaria. Le mie domande , forse, vengono ascoltate e, comunque, hanno già messo in moto altro e dal basso che mi attira di più.  Si apre il portone ed esce il gestore del negozio abbaziale. Mi domanda se ho bisogno e io chiedo ancora per l'ospitalità...Questa volta senza il filtro del telefono. A una domanda sola cerco risposta e non ci rinuncio. Si fa portavoce ed esce un uomo sorridente che mi chiede. Replico e mi risponde di essere lui che al mattino mi ha negato l'ospitalità.  Domando perché prima si e poi no? Dice di avere approvato la mia presenza per pregare non per soggiornare. Ah! Comprendo! Tutto un disguido, un malinteso, una mia errata dizione... Forse si o forse no. Poco importa, ognuno sa in coscienza sua cosa ha detto e cosa pensava. Ora contano i fatti. NO a Fonte Avellana. Il No ha aperto un mondo di incontri e nuove conoscenze, l'esperienza con i due parroci e molto altro. Ecco così che mi sono trovato ospite tra i parrocchiani di Isola Fusaglia, Fossara. Una piccola comunità che invecchia e si riduce ma che non molla. I giovani che si fanno guide ambientali,  gli insegnanti che creano associazioni,  i "romani" eredi delle case di famiglia, che tornano appena possono e aiutano per costruire alternative, per tenere viva la realtà.  La vecchia scuola elementare diverrà circolo e, forse, ostello, di sicuro, punto di aggregazione e creazione. Ora si contentano di una stanzetta parrocchiale dove hanno allestito un baretto e qui ridono e chiacchierano per sentirsi comunità.  Li ascolto, regalano storie.., voglio tornare e me la invento al momento. Baratto il loro impegno con il mio ingegno. L'ospitalità ricevuta troverà specchio in un pezzo d'arredo per la nuova ricettività.  La Festa del maggio che qui diventa del Faggio, si dice più antica di quella dei Ceri di Gubbio, potrebbe essere il tempo giusto. La Festa degli alberi in Appennino, nelle terre valdesi come nella Lucania ben raccontata dall' amico e giornalista Andrea Semplici. 

L'ospitalità,  il Cammino. Stavano nei miei pensieri ieri mentre salivo " accompagnato" dal vento. Bed &breakfast eccellenti come gli alberghi visitati, ristorazione doc e, a volte,  con trattamento speciale, percorsi ben definiti, segnavia "svizzeri". Ogni giorno una tappa, una telefonata e una prenotazione,  tutto liscio, troppo, per me.  Il Cammino, il viaggio scorre, quasi corre. E i limiti? Come li misuri? Come li affronti? Ogni ostacolo è una prova, un misurarsi con se stessi,  è trovare soluzioni, ingegnarsi, raschiare risorse, ancora di più,  tutto questo, in solitaria. Un poco come salire una facile cima o una difficile. Il panorama sempre appagante ma la differenza e la soddisfazione sono ciò che sta in mezzo. Ogni No uno stimolo ad impegnarsi ancora di più,  senza ostinazione come insegna il cammino, ma sempre di più  contro tutto e tutti. "Non aspettarti altra risposta oltre la tua".

La pioggia incessante non da tregua ma domani 26 dicembre riparto più carico di prima e con un lavoro in più da programmare in bottega. Tra trucioli e mappe un grazie e un arrivederci a Isola di Fusaglia, Fossara!



Commenti

  1. Grande Nino, prima la neve ora la pioggia e il vento. È proprio un cammino invernale.
    Ma il bello del cammino sono gli incontri, le situazioni inaspettate che si presentano. Quale grande arricchimento interiore stai facendo, Nino. Questa è la cosa che più mi sarebbe piaciuto condividere con te.
    Sono contento che tu abbia passato il Natale in modo più confortevole che dormire in tenda sotto la pioggia e il vento.
    Saluti, auguri e sempre BUON CAMMINO. Mario

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