Camminatori vecchi e giovani

 


Non mi considero facente parte della prima categoria ma giusto per fare differenza tra quelli degli anta e quelli degli enta...Colgo l'occasione dei commenti di due grandi amici, Giuseppe da Reggio e Mario da Pisa che prima o poi farò incontrare e che hanno animato il post dove si fa riferimento al controllo dei carabinieri. Non è la prima volta..., era accaduto a Vercelli scendendo dall'Islanda e alla stazione fs di Prato quando avevo deciso di salire a piedi a Bologna seguendo la suggestiva Via della Lana e della Seta per far visita a mio figlio. Nelle presentazioni del viaggio islandese spesso mi soffermo sul finale del video dove compare l'amico croato Goran incontrato alle porte di Roma. Io dall'Islanda, lui da Imago. Io , nel 2012,  quarantacinque anni e i capelli ingrigiti che potevo essere visto come il vagabondo che non ha voglia di lavorare e di cui si può essere scettici nel dargli attenzione e credibilità,  lui appena trentanni e la faccia del bravo ragazzo che va aiutato a trovare la sua strada. Facevo notare questi aspetti a Goran che spesso aveva trovato ospitalità, io avevo dovuto penare un poco di più, normale. Oggi, dieci anni dopo, in epoca di covid e restrizioni e capelli ancora più grigi, ancora più normale. L'abito non fa il monaco, tantomeno il pellegrino. Come dice sempre il mio caro amico non vedente, Paolo, ma che vede meglio di altri...il mondo dei camminanti...un mondo come un altro. Chiedere ai miei cari amici ospitalieri per scelta di vita Immacolata e Franco o a padre Alberto a Cerbaiolo...

Per il controllo a Frosolone sapevo che sarebbe accaduto. Ero a due chilometri sulla provinciale e ho deviato in un campo per un bisogno. Ho visto transitare i carabinieri nello stesso momento. Salito al borgo,  davanti all'antica croce viaria avevano il posto di blocco, ho scalato la marcia e atteso. Un attimo dopo calavo lo zaino a terra e fornivo documenti e storia.



La tappa di domenica 6 è cominciata con una visita del borgo di Frosolone ancora quasi addormentato e alle vetrine delle sue famose coltellerie artigianali. Poi le colline dove nei pascoli e nei boschi di querce gli incontri sono stati molteplici con caprioli al pascolo e poiane in volo. Poi l'arrivo nella suggestiva Pietracupa, comune capofila del parco delle Morge Cenozoiche, un regalo che il paesaggio fa al viaggiatore che si trova ora in un ambiente decisamente più morbido rispetto alle grandi montagne di qualche giorno fa. In mezzo ai seminativi già verdi sbucano dalla terra delle formazioni rocciose di origine marina che sono esplose nel Cenozoico a seguito di pressioni tettoniche ( Morgia, storpiatura in dialetto di Murice, inteso come sasso acuto . La Murice è una conchiglia appuntita da cui si ricavava la porpora). Spettacolari e interessanti per la posizione e per essere state dimore rupestri nell'antichità.  Beh, ieri, arrivato nel borgo ho capito che era la sera adatta per un bivacco. Le poche strutture ricettive, piccole e grandi, avevano chiuso i battenti appena arrivata la pandemia. Sono entrato nel bar del paese gremito degli uomini anziani e giovani intenti a giocare a carte. Due tavoli separati, dove il tono e la partita crescevano  con l'alzata e il consumo della posta, birre e amari che giravano come il giro di carte. Il gentile Nicola mi offre una situazione più riparata per la tenda, visto il vento che qui spira costante. Così alle 19 mi trovo a montare il campo sotto la rupe non lontano dai giacigli scavati nella roccia dagli antenati. Intorno a me vecchie cantine ricavate negli antri e porte d'epoca conservate insieme a tavolame lavorato ad ascia. I legni mi chiamano e fanno coppia con le telefonate che si susseguono...  Ogni cliente interessato si è segnato la data finale del viaggio e l'agenda elettronica o a parete gli ricorda che è il momento di sollecitare...ma io continuo a pensare all'ultimo bivacco tra i Trabucchi di Vasto, la ciliegia sulla torta. 


Oggi ancora una tappa tra le colline e l'incrociare i tratturi di collegamento tra Abruzzo e Puglia ormai ridotti assai. La tappa finisce a Trivento. L' ingresso buono nonostante un poco di pioggia. Abitanti attenti e disponibili e la vista della scuola primaria con un opera realizzata da un centro diurno locale "Cielo e Terra" e una frase che merita la citazione" Anche per il semplice volo di una farfalla è necessario tutto il cielo". P. Claudel






Commenti

  1. Oh Nino, ma quante cose sai. Non descrivi solo i paesaggi che vedi, le persone che incontri, le situazioni che vivi ma ti metti anche a scavare nella preistoria dei luoghi che ti accolgono e ti proteggono.
    I Carabinieri: un pò fanno il loro dovere, un pò sono curiosi!! Vogliono sapere cosa gira intorno a loro, anche per proteggerci.
    Certo si può dire che tutto sommato trovi quasi sempre una sistemazione o in una accoglienza o in modo un pò protetto, suggerito da qualche brava persona.
    Ma stasera ti sei incontrato con Andrea?
    Buon proseguimento di cammino. Un abbraccio. Mario

    RispondiElimina
  2. Andrea arriva domattina. Oggi a Isernia causa orari bus . Saluti

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Roccamandolfi, e sai cosa vivi

Camminare d'inverno