Forrest Gump in Molise

 

Qualche anno fa un rappresentante romano di Legambiente mi definì " Il Forrest Gump dei Cammini"...ma anche il celebre personaggio cinematografico alla fine disse "...sono un pò stanchino...". Nei lunghi viaggi, per quanto motivati, ci possono essere giornate in cui le gambe andrebbero ma la testa meno. Così è accaduto venerdì 28. Forse era stata la tappa del giorno prima particolarmente lunga, forse, le necessità logistiche e di programma per il finale da risolvere e anche la volontà di dedicare un intera giornata alla lettura, passione grande come il camminare ma che a fine tappa, spesso, mi trova a corto di tempo ed energie. Venerdì i passi sono stati pochi; quelli per visitare Pescocostanzo ricco di antichi palazzi e per raggiungere e visitare Rivisondoli. Ma una tappa breve non equivale necessariamente ad un'esperienza povera. Infatti erano bastati dieci, solo dieci, minuti a fine pomeriggio per dare un senso alla giornata e un valore al soggiorno a Rivisondoli. Due facce della stessa medaglia che facevano riflettere. Tutto era avvenuto grazie a Sergio conosciuto la sera prima. Un fraintendimento,  un contrattempo e l'attesa davanti ad un locale del centro che diventava opportunità.  Dietro le mie spalle c'era l'ingresso al museo civico dove una targa ricordava l'impegno e la ferma volontà del Sindaco in carica nel 2011 a realizzarlo. Salgo le scale e scopro una mostra sul tema della Natività che occupa tre piani dell'edificio ma, sopratutto, conosco una brava e accogliente dipendente comunale che gestisce l'apertura della sede museale. Un valore importante per la Comunità avere personale così attento e disponibile, una bella pubblicità per il territorio. Saluto con questa immagine positiva  la cittadina che al mattino di ieri trovo imbiancata dalla leggera nevicata notturna. 

Molto di più e meglio trovo che, invece, si potrà fare per l'escursionismo in questo centro che rappresenta un fine tappa del Sentiero Italia.  Di ieri, 29 gennaio, potrei dire come di una giornata con i fiocchi! Attraverso la piana innevata in direzione di Roccaraso. Gli sciatori che si stanno muovendo verso le piste con i potenti mezzi mi guardano come un marziano mentre cammino nei pascoli imbiancati.


Attraverso la famosa stazione invernale che vanta una storia interessante nel panorama italiano delle località di montagna rinomate.  La linea ferroviaria che dalla fine dell'ottocento la collegava alla città e i primi impianti di risalita di inizio novecento la lanciavano per il turismo del tempo. Roccaraso è anche la prima località abruzzese che trovo organizzata per promuovere l'escursionismo e le realtà storiche e rurali meritevoli di visita. Pannelli didattici ben leggibili e collocati nei punti di flusso turistico di cui non mancherò di complimentarmene con Simona, gentile addetta dell'ufficio preposto. Da Roccaraso inizio a salire verso le montagne e il caratteristico borgo di Pietransieri. 

Ci arrivo nelle ore centrali e colgo l'occasione per la pausa pranzo sulle panchine al sole del parco pubblico. Sole pieno ma che scalda poco perché smorzato dal vento gelido da nordovest. Poi mi sposto nella piazza dove un pannello mi ricorda di fatti tragici avvenuti con il passaggio della seconda guerra mondiale.  L'eccidio di Limmari e il paese di Pietransieri come Roccaraso pesantemente danneggiati dai tedeschi tanto da immaginare una difficile ripresa di vita.


Entro nel bar Maracana' insieme ad una coppia di signori, forse, napoletani che conoscerò poco dopo. Consumo un caffè e una torta ( buona come la sua presentazione). Nel frattempo Antonio, incuriosito dal mio zaino,  domanda notizie. Racconto e insieme alla moglie Maria ascolta interessato. Mi considerano loro ospite e offrono quanto consumato. Ma prima di finire vuole soddisfare una ultima curiosità,  lo anticipo vedendo il suo sorriso e gli chiarisco che non sono pensionato...ma solo fortunato...Antonio, invece, vuole sapere se ho "pesi"...familiari. Chiarisco ogni aspetto, lascio i riferimenti del blog e saluto. Mi aspettano ancora molte ore di cammino e un fresco finale. I sentieri in questa zona non sono segnati ma la buona mappa sopperisce e mi regala cinque ore di cammino su vecchie mulattiere, guadi, ricerca di passaggi intricati e la soddisfazione di mettere a frutto quanto imparato in anni di passi e nel corso per guida. Tracce di animali, linee elettriche e molti altri segni sul campo per superare ostacoli e tenere la giusta direzione. L'ultima ora camminata sull'antica tratturo Celano -Foggia con la pila frontale ad illuminare il tracciato. La fortuna del leggero strato di neve fresca posato sul percorso argilloso e pesante mi risparmia qualche energia utile nella serata e mi permette di avanzare di buon passo. I tratturi sono percorsi suggestivi per ciò che rappresentano ancora oggi ma il loro fondo, salvo alcuni ancora lastricati per brevi tratti, sono itinerari che in certe stagioni diventano impegnativi e poco agevoli.  Arrivo a San Pietro Avellana alle 18.30. Sono in Molise. L'impressione è quella di un borgo ordinato. Scendo nella piazza principale ed entro nel primo bar del paese che incontro. Improvvisamente si crea il vuoto e i numerosi avventori intenti a giocare a carte e bere birra ammutoliscono. Altro che Forest Gump, sembra sia entrato un extraterrestre.  Qualcuno mi domanda del viaggio, l'oste mi aggiorna sulle disponibilità di soggiorno. Alla fine sembra tutto occupato e neppure si trova un garage per stendere il saccopelo. Anche la titolare, gentilissima, dell'alimentari si prodiga per una camera ma ogni tentativo è vano. I garage e le cantine sono off limits. Il cielo è stellato,  la cena in osteria offre la giusta ricarica. Il bivacco trova adeguata copertura nel porticato della Scuola Elementare. Qui monto la tenda, un anticipo dello scenario prefigurato per le ultime tappe di questo bellissimo viaggio. 



Commenti

  1. La famiglia c'è, ma non credo proprio sia mai stata un "peso"..un legame certo sì, un luogo del cuore dove tornare certamente, ma anche e soprattutto un nido da cui spiccare il volo per realizzarsi, nella sicurezza dell'amore che ci unisce. Così é stato per i figli, così per Forrest e così anche per me..mica sempre facile, per carità, però il nostro viaggio è questo :-)

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  2. Nino, non so proprio come commentare questa giornata. Da un lato mi sembra di cogliere la grande soddisfazione per la tua splendida "impresa" ammirata da tutti quelli che incontri; da un altro aspetto la difficoltà a trovare un'accoglienza che dovrebbe essere quasi "garantita" ad un pellegrino come te; da un altro aspetto ancora mi sembra di percepire una certa stanchezza (o sbaglio?).
    Ma quello che più conta è l'inno di amore di Maria e della tua Famiglia che ti ha sempre permesso e ti permette ancora di realizzare il tuo grande desiderio: scoprire sempre nuovi orizzonti.
    Sei fortunato Nino, veramente fortunato ad avere una moglie come Maria con la quale avete cresciuto figli indipendenti e autonomi.
    Un abbraccio pieno di ammirazione e di amicizia da parte mia. Buon cammino nella vita e non solo sui sentieri. Il tuo amico Mario

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    1. Caro Mario, un poco di stanchezza è normale ma ogni giorno si trovano nuove motivazioni, specie negli incontri e anche in quelli che non favoriscono certe soluzioni. Tutto è utile per vivere il viaggio, le contrarietà sono ricchezza per capire le proprie capacità ed escogitare strategie e soluzioni. Se andasse sempre tutto bene non si potrebbero valutare i nostri limiti. Il mio insistere nel coinvolgere chi i contro vuole spingere l'altro a fare il suo cammino nella quotidianità. Un abbraccio . A presto

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    2. Condivido comunque, le tue riflessioni. Maria è sempre stata la prima alleata per questo mio eterno girovagare e la migliore collaboratrice a distanza che potessi sperare.

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  3. Nino, è un piacere leggerti, scrivi e descrivi cosi bene le tue tappe, le tue emozioni, i tuoi pensieri. Ho molta ammirazione per Maria! Una domanda dopo la nostra lunga tel. di Natale: non sei potuto passare da S.Pellegrino di Bominaco, la cappella sistina dell'Abruzzo? Io ci ho lasciato il cuore e vorrei tanti condividerlo con pellegrini come te. buona notte adelaide

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    1. Grande piacere leggerti Adelaide. Non sono riuscito ad andare a Bominaco perché mi allontanavo abbastanza dal Sentiero Italia ma ci andrò con Maria. È un impegno che mi sono preso con me e con te. Magari riusciamo ad inventarci un piccolo viaggio a piedi con altri nella stagione della raccolta dello zafferano sul vicino altipiano di Navelli. Appena torno vediamo di organizzare per Abbadia prima e Montelungo appena la stagione addolcisce. Un abbraccio e un saluto a tuo marito. Con stima e affetto. N

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  4. Ciao Nino, Mario mi ha dato il blog e così ti seguo anche io, deve essere stata una bella esperienza e quasi quasi ti invidio perché mi piacerebbe anche a me farla, speriamo che in seguito

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