Itaca

 

Siamo quasi al termine di questo bel viaggio. Alcuni segni ce lo rammentato oltre a date e giorni inequivocabili.  Richiami alle radici toscane raccolti due sere fa  attraverso pezzi di storie di intraprendenti molisani,  la comunità croata in fuga dagli invasori Turchi formatasi  a Montemitro nel XV secolo. Croazia terra di confine  che rammenta uno dei terminali del lungo Sentiero Italia, Muggia (Trieste). Itaca, poesia icona del viaggio che ho letto o ricordato spesso ai vari compagni di ogni viaggio. Kavafis avverte..." se , alla fine, Itaca ti sembrerà povera, tu sarai ricco di esperienze..." Non abbiamo comprato spezie e pietre preziose nei mercati di Oriente ma abbiamo fatto incetta di esperienze e raccolto un mare di storie. Un mare che abbiamo voglia di raggiungere, di toccare, di farsi bagnare pur consapevoli di cosa altro rappresenti. 


Ma ogni fine è,  sempre, l'inizio di altro, anche molto. Dipende da noi e da cosa il viaggio ci ha lasciato. Ieri il mare si è  mostrato all'orizzonte dopo mesi di montagne e boschi, una vista rasserenante . La tappa di ieri ci ha anche regalato una mattutina concreta esperienza di vera comunità,  di vita lenta che favorisce le relazioni. Le chiacchiere al bar osteria della sera prima tra residenti e amici. Boscaioli, ingegneri prestati all'olivocoltura, operai e ristoratori che non guardano all'età anagrafica. Gli stessi al mattino intorno ad un caffè per augurarsi una buona giornata. Momenti che il legame con la terra e il territorio ancora 
permette. 

Ore di cammino tra terre verdissime, residui di neve che preservano impronte di lupi e altri incontri sul tratturo antico. Fattorie sociali e accoglienti croati a chiudere una giornata finita con i passi tra il lusso e il brusco come si dice in Toscana... Vecchie abitudini che si rinsaldano e che ci confermano intatta la voglia di camminare anche dopo ottanta giorni di viaggio...non perdersi neppure un tramonto mentre ancora i passi serali si sommano. Oggi, 10 febbraio, si va ancora per valli, coltivi e borghi arroccati, la meta Mafalda. Non il personaggio fumetto ma immaginiamo ancora volti e storie di gente vera, accogliente come i molisani. 



Commenti

  1. Caro Nino, dopo il tuo lungo peregrinare a piedi tra campagne, montagne, valli, colline col bel tempo, la neve, la pioggia, gli stimolanti incontri e anche qualche difficoltà ti voglio scrivere il testo di un inno al Signore che spesso mi capita di cantare ad alta voce quando cammino da solo o cantarlo tra me e me quando sono con altri. Un inno che mi viene più spontaneo cantare quando ho qualche difficoltà o quando l'ho appena superata. Mi sembra che sia come un riassunto del tuo cammino. Il testo è questo:
    "Il Signore è il mio pastore,
    nulla manca ad ogni attesa,
    su verdissimi prati mi pasce,
    mi disseta a placide acque.
    È il ristoro dell'anima mia,
    su sentieri diritti mi guida,
    per amore del santo suo nome
    dietro lui mi sento sicuro.
    Pur se andassi per valle oscura,
    non avrei a temere alcun male
    perché sempre mi sei vicino,
    mi sostieni col tuo vincastro.
    Bontà e grazia mi sono compagne,
    finché dura il mio cammino
    io starò nella casa di Dio
    lungo tutto il migrare dei giorni."
    Caro Nino, avrei voluto cantarlo insieme a te al termine del tuo peregrinare, ma il destino ha voluto diversamente. Lo canto da casa soprattutto per te, ma anche per Maria (che ti ha consentito di stare così a lungo lontano da lei) e per Andrea (che è venuto ad incontrarti).
    Un abbraccio pieno di gratitudine per tutto quello che mi hai dato con i tuoi racconti.
    Mario

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